Risveglio alla preghiera.

XIV° settimana del Tempo Ordinario – Martedì

Commento al Vangelo – Mt 9, 32-38

A cura di don Giovanni Boezzi

Commento al Vangelo odierno di don Franco Mastrolonardo.

Mi vorrei soffermare su questo indemoniato di oggi. Dice il Vangelo che è muto. Provate a fare un giro lungo i Vangeli e scoprirete che la maggior parte degli indemoniati è posseduto da uno spirito muto. Perché mi dico? Ritengo che il mutismo sia un blocco espressivo, una incapacità di comunicare, di verbalizzare le emozioni che ci stanno dentro. In questo senso l’uomo blocca la sua dignità che è data fondamentalmente dalla parola che elabora ed esprime. La Parola è la prima espressione di Dio. Con la Parola Dio ha creato tutto e con la Parola incarnata, cioè Cristo, ha redento tutto. Per analogia, possiamo dire che la parola nell’uomo dice qualche cosa di sacro in lui. Un indemoniato muto è ferito nella sua immagine di Dio. Ovviamente questa interpretazione non ha nulla a che vedere con il mutismo o le varie malattie o patologie del parlare. Lo abbiamo già detto: il Vangelo ha un suo genere letterario, a volte simbolico, a volte metaforico. Ci vuole consegnare il senso delle cose che accadono. Difficilmente il Vangelo diventa un verbale dettagliato. Così anche questa storia dell’indemoniato e del muto che comincia a parlare ci vuol dire che Gesù viene a sbloccare il nostro mutismo spirituale, la nostra incapacità di lode e di preghiera. Un indemoniato che parla è una vera e propria conversione. Prima era un uomo muto, prigioniero di uno spirito padrone e sadico, ora quell’uomo ritrova la sua dignità e la voglia di vivere e di parlare.

Oggi prego con il Salmo 16.

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Dal vangelo secondo Matteo (9, 32-38)

In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni». Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!». 

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