Seconda settimana del Tempo Ordinario – Lunedì

Commento al Vangelo di Marco 2,18-22

A cura di Don Giovanni Boezzi

Il giovane e il nuovo

Carissimi, notiamo ancora le autorità religiose che non attaccano Gesù direttamente: se prima bisbigliavano o si rivolgevano ai discepoli, ora puntano il dito sui discepoli. Non hanno il coraggio di dire: “Tu, Gesù, non digiuni”, cioè dice “i discepoli non digiunano”, mentre Gesù utilizza la solita trasparenza, utilizzando queste categorie del nuovo e del vecchio, che vengono declinate in modo molto particolare nella lingua greca e spesso le traduzioni, anche quella che viene letta in chiesa, non rendono la bellezza del greco perché per indicare la novità Gesù utilizza due aggettivi diversi: il giovane e il nuovo. Il giovane che indica la novità a livello temporale, il vino giovane, sapete, è quello che fermenta, che è frizzante, che bisogna saper gestire bene (questo è neos), e c’è il kainos che indica invece una novità qualitativa. Il messaggio che Gesù è e porta è un messaggio che ha questa duplice novità, è qualcosa di nuovo temporalmente perché giunge dopo tutta una tradizione che va a raccogliere e a portare a compimento ed è una novità anche qualitativa, cioè, riporta alla qualità del messaggio di Dio, riporta alla radice della Torà ebraica.

Oggi prego con il Salmo 109 (110).

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Dal Vangelo secondo Marco (1,18-22)

In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno. Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!». 

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