“La Parola di Dio venne su Giovanni”

(Commento al Vangelo di don Enzo Falasca)

Ponzio Pilato, Erode, Filippo, Lisania… oggi potremmo dire: Monti, Macron, Merkel, Johnson. Il Vangelo cita chi “comanda”, chi “governa”. Per carità, tutte persone rispettabili, con un compito tutt’altro che facile. Ma la Parola di Dio, ci tiene ad aggiungere il Vangelo, venne su Giovanni.

Cioè, detto ai nostri giorni: la Parola di Dio, oggi, in Italia, Francia, Germania, Inghilterra (ma potremmo estenderlo ad ogni nazione della terra) non viene su chi governa (o da chi governa), ma su un “Giovanni”, su uno che non ha voce in capitolo, un povero, un semplice.

Ieri, come oggi, come sempre Dio è accolto e annunciato da chi meno te l’aspetti. La via di accesso a Dio e ai suo segreti non è il potere ma la docile umiltà. Gesù un giorno infatti si mise a cantare: “Ti benedico Padre, perché non ti sei rivelato ai sapienti ma ai piccoli”. La via d’ accesso al Padre è farsi piccoli, perché la via che il Padre ha scelto per accedere a noi è il farsi piccolo: l’Eucaristia.

Questa Parola mi fa pensare a zia Carmelina, un’anziana signora con la quale ho condiviso per anni il cammino di fede in un gruppo di preghiera. Aveva la terza elementare, vendeva frutta e ortaggi di sua produzione al mercato in piazza, il giovedì e il sabato mattina. Alla preghiera era quella che mi colpiva di più: non aveva nessuna laurea, nessun titolo, nessun “potere”… ma quanta grazia nelle sue lodi, quanto Spirito Santo in quelle sue parole semplicemente divine.

Il Vangelo ha la carne di persone così. E tutto questo ci piace assai.

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