Oggi festa della Sacra Famiglia

(Commento al Vangelo di don Simone Calabria)

Il Figlio unigenito del Padre, è entrato nella nostra storia umana, ma Egli vi è entrato nel modo come ogni uomo entra nel mondo: attraverso una famiglia.
Il mistero del Natale è dunque in stretto rapporto con la famiglia, con ogni famiglia. Ecco perché nella domenica dopo Natale, celebriamo il mistero della Sacra Famiglia di Nazareth e, nella sua luce, di ogni famiglia umana.

Il Vangelo ci presenta Maria e Giuseppe nel momento in cui, quaranta giorni dopo la nascita di Gesù, si recano al tempio di Gerusalemme. Lo fanno in religiosa obbedienza alla Legge di Mosè, che prescrive di offrire al Signore il primogenito.

Possiamo immaginare questa piccola famiglia, in mezzo a tanta gente, nei grandi cortili del tempio. Non risalta all’occhio, non si distingue…Eppure non passa inosservata! Due anziani, Simeone e Anna, mossi dallo Spirito Santo, si avvicinano e si mettono a lodare Dio per quel Bambino, nel quale riconoscono il Messia, luce delle genti e salvezza d’Israele.

È un momento semplice ma ricco di profezia: l’incontro tra due giovani sposi, Maria e Giuseppe, pieni di gioia e di fede per le grazie del Signore; e due anziani, Simeone e Anna, anch’essi pieni di gioia e di fede per l’azione dello Spirito. Essi rappresentano modelli di accoglienza e di donazione della propria vita a Dio. Chi li fa’ incontrare? Gesù. Gesù è Colui che avvicina le generazioni.

L’evangelista Luca descrive Maria e Giuseppe e Simeone e Anna, in un duplice atteggiamento: atteggiamento di movimento e atteggiamento di stupore.
Il primo atteggiamento è il movimento. Maria e Giuseppe si incamminano verso Gerusalemme; da parte sua, Simeone, mosso dallo Spirito, si reca al tempio, mentre Anna serve Dio giorno e notte senza sosta. In questo modo i quattro protagonisti ci mostrano che la vita cristiana richiede dinamismo e richiede disponibilità a camminare, lasciandosi guidare dallo Spirito Santo.

Lo stare fermi, passivi, non si addice alla testimonianza cristiana e alla missione della Chiesa. Il mondo ha bisogno di cristiani che si lasciano smuovere, che non si stancano di camminare per le strade della vita, per recare a tutti la consolante parola di Gesù.

Ogni battezzato ha ricevuto la vocazione all’annuncio: annunciare Gesù!

Il secondo atteggiamento è lo stupore: “Maria e Giuseppe «si stupivano delle cose che si dicevano di lui (di Gesù)”.
Lo stupore è una reazione esplicita anche del vecchio Simeone, che nel Bambino Gesù vede con i suoi occhi la salvezza operata da Dio in favore del suo popolo: quella salvezza che lui aspettava da anni.

E la stessa cosa vale per Anna, che «si mise anche lei a lodare Dio» e ad andare ad indicare alla gente Gesù.

Queste figure di credenti sono avvolte dallo stupore, perché si sono lasciate catturare e coinvolgere dagli avvenimenti che accadevano sotto i loro occhi. La capacità di stupirsi delle cose che ci circondano favorisce l’esperienza religiosa e rende fecondo l’incontro con il Signore. Al contrario, l’incapacità di stupirci rende indifferenti e allarga le distanze tra il cammino di fede e la vita di ogni giorno.

Il messaggio che proviene da questa liturgia è anzitutto un messaggio di fede.
Nella vita familiare di Maria e Giuseppe, Dio è veramente al centro, e lo è nella Persona di Gesù. Per questo la Famiglia di Nazareth è santa: perché è centrata su Gesù.

Quando genitori e figli respirano insieme questo clima di fede, possiedono un’energia che permette loro di affrontare prove anche molto difficili.
La famiglia è il luogo di rapporti dove in ogni istante si può ricominciare daccapo, dove ogni momento può restituire l’immagine vera che né l’errore, né l’offesa, né il dispetto possono determinare.

Carissimi, il Bambino Gesù con Maria e Giuseppe sono un’icona familiare semplice ma tanto luminosa.
La luce che viene dalla Santa Famiglia ci incoraggia ad offrire calore umano in quelle situazioni familiari in cui, per vari motivi, manca la pace, manca l’armonia, manca il perdono.

Affidiamo a Maria tutte le nostre famiglie, affinché possano vivere nella fede, nella concordia, nell’aiuto reciproco. Amen.


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