“Vietato vietare?”

“Commento al Vangelo di don Enzo Falasca”

Se due persone fumano sotto il cartello “divieto di fumare” gli fai la multa, se venti persone fumano sotto il cartello “divieto di fumare” chiedi loro di spostarsi, se duecento persone fumano sotto il cartello “divieto di fumare” togli il cartello. Non è mia, è di Winston Churchill!

Nel Vangelo c’è un ricco e un povero. Ci sono due scene: una nell’aldiquà, dove un ricco sta bene e “spreca” e un povero sta male e “crepa”. I due muoiono e vanno nell’aldilà, dove la scena si capovolge: il povero è in Paradiso e il ricco nelle fiamme dell’Inferno. La morale della favola è: “se non ti prendi cura dei poveri andrai all’Inferno?”.
Se fossi così, sarebbe troppo poco e troppo banale. E non saprei qual è la “bella notizia”!
Io credo che Gesù voglia dirci altro, come sempre voglia parlarci del Padre, di “quanto” ci ama, e oggi soprattutto di “come” e “quando” ci ama.

Proviamo a guardare il ricco con altri occhi. All’inizio vive per sé, chiede per sé. Anche quando è nelle fiamme chiede un po’ d’acqua perché soffre terribilmente. A questa richiesta riceve un secco “NO”. Il padre dice un secco NO.
Gesù annuncia un Padre che dice NO.
Nel mondo, pedagogisti e psicologi, sono tutti d’accordo sul valore educativo dei “NO”. C’è una letteratura sterminata a riguardo. Il motivo: un “NO”, detto dai genitori (di comune accordo) e motivato, fa molto bene al bambino perché lo fa sentire al sicuro e che i genitori si stanno prendendo cura di lui.
Il Vangelo però ci dice di più, una cosa nuova, sui NO del Padre. Su cosa regala all’uomo un “no” del Padre. Quante cose il Signore non ha fatto per te? Quante cose hai chiesto e non sono arrivate?

Non so per te, ma nella mia vita ho sperimentato tantissimi “NO”. Uno fra i tanti: c’era un tempo in cui credevo nella “potenza” delle mie omelie. Chiedevo al Signore di “convertire” le persone attraverso le mie omelie. Ma, ahimè, sono giunto ad una conclusione amara: Pietro, dopo Pentecoste, con una predica ha convertito 5000 persone, io con 5000 prediche non ne ho convertito nemmeno una!
Il Padre mi ha detto NO.

Oggi lo capisco, il Vangelo me lo dice, attraverso quello che succede al ricco. Questi infatti, dopo il secco rifiuto, sperimenta un cambiamento, sembra quasi che ritorni i sé, ha un’illuminazione. Dal momento che non può ottenere quello che desidera, si apre e dice: “Manda Lazzaro a casa di mio padre perché i miei fratelli non facciano la mia fine!”. Il ricco, grazie al NO si è aperto ai fratelli! Questa è la rivoluzione del NO del Padre!

Anche per me, le omelie che non funzionano mi hanno aperto ai fratelli. Se attirassi tanti con le mie parole tutto il resto non conterebbe nulla. Ciò che invece può attirare nuove persone alla fede non è la forza delle mie parole ma la bellezza della mia comunità. La parrocchia cambia volto non quando c’è un bravo prete ma quando c’è una bella comunità. Dove tutti contribuiscono a rendere “attraente” la fede. Ho letto in un libro che i canti sono più importanti dell’omelia! Ho scoperto che l’accoglienza alla porta fa sentire il vero calore di quel luogo! Le mille attenzioni che tutti possono avere verso tutti, fanno di questo luogo una famiglia.
Io credo che anche a te il Padre stia dicendo dei No. Credo che molte cose che chiedi non si realizzeranno mai. Perché le chiedi per te! Questi no prendili come un dono del Padre che ti restituisci alla comunità, al corpo.

La pedagogia e la psicologia insegnano il valore dei “no” per il bene della singola persona. Il Vangelo dice che il “no” alla singola persona è perché scopra l’appartenenza ad una famiglia grande, dove c’è tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Non è vietato vietare! Anche Dio lo fa, per fortuna!

Quello che non ha dato a te, stai tranquillo, lo ha dato ad un altro… ma per te!
È vero, il Padre mi ha detto dei NO, ma nell’Eucaristia mi dà tutto in tutti. Questa è la vita battesimale. La mia forza, la tua forza è nel nostro corpo, è nell’essere parte di un corpo. Quello di Cristo!

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