Un mistero al giorno per un mese, 3° giorno: Gesù, il figlio di Dio, nasce dalla Vergine Maria

La parola alla “Parola”

Luca 2, 1-21
1 In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2 Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. 3 Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. 4 Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, 5 per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. 6 Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. 7 Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo.
8 C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. 9 Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, 10 ma l’angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11 oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. 12 Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». 13 E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva:
14 «Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e pace in terra agli uomini che egli ama».
15 Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». 16 Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. 17 E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18 Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. 19 Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.
20 I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
21 Quando furon passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima di essere concepito nel grembo della madre.

Gesù è contemporaneamente un Dio che è figlio di Dio e anche un uomo che è nato e ha vissuto in pienezza qui sulla allo stesso modo come ciascuno di noi.

Le prime righe del brano di Vangelo fanno riferimento al Censimento, ossia un contare quante persone ci sono nel mondo. Anche oggi c’è il censimento e tutti noi vi partecipiamo.

Maria e Giuseppe erano andati a Betlemme proprio per adempiere a un dovere dello stato. E proprio in quei giorni nasce Gesù: “Ora mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo”.

Proviamo a immaginarcela questa scena e se ci facciamo raccontare dalle nostre mamme in giorno in cui siamo nati noi molto probabilmente ci saranno molte similitudini con questo racconto. A me è successo che quando doveva nascere mio figlio in ospedale non c’era posto e mi avevano posto provvisoriamente in una stanza che solitamente era adibito ad altro. Per me era questo un fatto irrilevante nutrivo solo l’immensa gioia di un figlio che stava per nascere e che per la prima volta avrei visto e non solo sentito nel mio grembo. Mi piace immaginare la mamma di Gesù che in quel momento viveva in pienezza una grazia d’amore. Una grazia che non era solo per lei ma anche per l’intera umanità. Un figlio che ha cambiato la storia. Non a caso anche gli storici per indicare il tempo fa riferimento alla sua nascita.

Il racconto di questo brano di Vangelo è collegato a un tempo molto importante della nostra fede: l’avvento.

L’Avvento comprende le quattro domeniche d’Avvento che precedono il Natale. Tempo di preparazione al Nalate. 

Si può presentare l’Avvento come il tempo dei preparativi per una grande festa. “Anche quando dovevate nascere voi, i vostri genitori si sono preoccupati di comprarvi dei vestitini, prepararvi una cameretta, una stanza, una culla e simili. E anche se ancora sapevano come eravate fatti i loro cuori erano pieni di gioia proprio perché non vedevano l’ora di conoscervi.” E con questo stesso spirito di festa e di attesa è il tempo dell’Avvento che inizierà l’ultima domenica di novembre e finirà il giorno della Vigilia di Natale: le quattro settimane, che separano dal Natale alla nascita di Gesù Bambino.

L’Avvento è scandito da quattro domeniche che solitamente vengono rappresentate nella corona dell’Avvento, fatta con una ghirlanda con 4 candele. I colori che caratterizzano la Chiesa in questo periodo sono il viola e il rosa. Il viola è rappresentato il colore della speranza, il colore che caratterizza anche il cielo quando si passa dal blu della notte ai colori del giorno. I nomi tradizionali delle domeniche di Avvento sono tratti dalle prime parole dell’Antifona di ingresso alla Messa. La prima domenica è detta del Ad te levavi («A te elevo», Salmo 25); la seconda domenica è chiamata del Populus Sion («Popolo di Sion», Isaia 30,19.30); la terza domenica è quella del Gaudete («Rallegratevi», Filippesi 4,4.5); la quarta domenica è quella del Rorate («Stillate», Isaia 45,8).

Affinché i bambini possano maturare il gusto e la bellezza del leggere la Parola di Dio si potrebbe invitarli a cercare i passi sulla bibbia anche sotto forma di gioco e far leggere un versetto del passo.

Una idea alternativa alla corona dell’Avvento potrebbe essere quella di far realizzare ai bambini un’icona puzzle con un’immagine sulla natività, tagliata in quattro pezzi e poi ricomposta su una tavoletta di legno multistrato o un cartoncino. In ogni incontro si incolla un pezzo del puzzle. Nell’ultima settimana l’ultimo pezzo mancante completerà un lavoretto sul cui retro si potranno scrivere i nomi delle catechiste ed i nomi dei compagni di viaggio di catechismo.

Ogni settimana oltre a far attaccare il pezzo del puzzle si potrebbe dare una brevissima spiegazione/invito delle prime parole delle antifone d’ingresso e dare, a questi 5 massimo 10 minuti, un’impronta di un momento ludico.

PRIMA SETTIMANAAd te levavi («A te elevo»)

Salmi 25 (Richiesta di protezione, guida e perdono)
1 A te, o Eterno, io elevo l’anima mia. 2 O DIO mio, in te confido;

Potrebbe essere carino instaurare con i bambini un brevissimo dialogo e chiedere a loro cosa significano queste poche parole e invitarli ad affidarsi a Dio a pregare con queste parole ogni giorno e/o quando stanno vivendo un momento particolare di difficoltà anche nelle piccole cose che sembrano difficili.

Si potrebbe dare come compito della settimana di pregare con il Salmo 25, 1 ogni giorno.

SECONDA SETTIMANAPopulus Sion («Popolo di Sion»)

Isaia 30,19: Popolo di Sion che abiti in Gerusalemme,……

Si potrebbe far riflettere i bambini sulla parola “Popolo di Dio…”. Noi non viviamo distanti da tutti (solo pochissime persone scelgono di vivere isolati dal mondo, es. eremiti) ma viviamo sempre insieme agli altri. Oltre alla nostra famiglia con cui condividiamo casa, cibo, affetto e tantissimo altro, noi viviamo insieme agli altri a scuola, in città, in una nazione… (il popolo degli studenti, degli abitanti di …, ). E il Signore non solo ci ama immensamente come singoli ma anche come suo popolo come se fossimo una grandissima famiglia.

TERZA SETTIMANAGaudete («Rallegratevi»)

Filippesi 4,4-5: 4 Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi. 5 La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino!

noi crediamo in un Dio che ci ama e se è questo è vero noi sappiamo che come il miglior papà al mondo ci vuole felici. Con questo passo è come se Dio ci dicesse “Siate felici perché io sono sempre con voi”. E se è Dio, che è Dio è l’Onnipotente, è con noi abbiamo sempre motivo di gioire sempre. E questo no significa che le cose vanno sempre bene ma più semplicemente che questo meraviglioso papà è con noi anche quando siamo tristi o ci succede qualcosa. E in quei momenti sapere che c’è qualcuno che ti comprende ed è con e per te aiuta ad affrontare ogni cosa. Il passo ci invita anche ad essere affabili. “Sapete che cosa significa la parola affabile?”…..In sostanza “Siate gentili con tutti. Pensate a quanto è bella quella persona che voi conoscete e vi sorride sempre. Non vi riempie il cuore di gioia nell’incontrarla?”

QUARTA SETTIMANARorate («Stillate»)

Isaia 45,8 “Stillate, cieli, dall’alto e le nubi facciano piovere la giustizia; si apra la terra e produca la salvezza e germogli insieme la giustizia. Io, il Signore, ho creato tutto questo”.

(Da Qumran)

Dalla Parola del giorno

Stillate, cieli, dall’alto e le nubi facciano piovere la giustizia; si apra la terra e produca la salvezza e germogli insieme la giustizia.

Come vivere questa Parola?

Com’è bella questa parola di Isaia che profetizza e invoca il mistero dell’Incarnazione! Questo “stillare” dal cielo che è proprio della rugiada e della pioggia fecondante esprime con efficacia la verità su cui è consolante soffermarci. Dio, l’Altissimo, l’Onnipotente non è venuto e non viene tra i suoi con segni altisonanti, con manifestazioni spettacolari. La sua venuta ha la discrezione della rugiada e delle piogge primaverili e, insieme, la penetrazione benefica del suo impregnare silenziosamente la terra, del suo fecondarla. “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo” (Lc 1,35). Così è stato di Maria. “Si apra la terra” ha detto ancora Isaia. E, in effetti, Maria è stata questa terra buona che si è aperta al mistero del Dio che viene e, consegnandogli tutta se stessa, ha cooperato al grande evento. Attraverso di lei, è “germogliato” il Signore-Salvezza, il Signore-Giustizia.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, ripeto più volte la splendida invocazione d’Isaia. Poi, in preghiera, dilato il mio cuore alla gioia del vangelo odierno, dove Gesù stesso palesa gli effetti dell’Incarnazione: i ciechi vedono, gli zoppi camminano, i sordi odono, dov’era morte è vita nuova e lieta notizia per i poveri.

Signore, ti prego, fa’ che la terra del mio cuore, della mia vita si apra a te che vieni. Sì, fa’ che mi spalanchi, senza chiusure di sorta. Aumenta la mia fede nel tuo silenzioso e discreto operare salvezza dentro la mia storia e in quella dei miei fratelli.

La voce di un Dottore della Chiesa

Insegnami, Signore, a cercarti, e mostrati quando ti cerco. Non posso cercarti se tu non mi insegni, né trovarti se non mi ti mostri. Che io ti cerchi desiderandoti e ti desideri cercandoti; che io ti trovi amandoti e ti ami trovandoti.
S. Anselmo d’Aosta

Non vi sembra una di quelle poesie che vi fanno studiare le maestre a scuola?

(Da Casa di Preghiera San Biagio FMA: Il tono è poetico. Si sente che il cuore del profeta intravede l’operato di Dio che sta per realizzare salvezza ed Egli stesso ne gioisce. Mentre si avvicina il Natale che ravviva in noi la fede in Gesù, sappiamo che Egli è entrato nella storia anche attraverso canali e strade inaspettate. Bene, più del potente Ciro, l’Onnipotente Signore della storia entra nel mondo con il vagito di un neonato.
Non lo accoglie una reggia, ma una mangiatoia e una grotta. Signore, fa’ che io non mi abitui all’evento sempre nuovo del Natale, che non lo banalizzi con scelte dettate dal consumismo. Stillino anche su di me tuoi cieli dall’Alto e io possa ravvivare la fede nella certezza che Lui ha talmente amato il mondo da scegliere di “farsi debolezza e povertà assoluta” perché in me risplenda la forza la ricchezza la nobiltà dell’essere figlio/figlia di Dio in Gesù Salvezza.)

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