Dove sei?… Eccomi!

(Commento al Vangelo di don Nicola Florio)

La festa dell’Immacolata Concezione di Maria ci aiuta a ripercorrere l’intera storia della salvezza e ad accogliere meglio il dono di grazia che è Cristo Signore. Ecco perché ben si inserisce nel nostro cammino di Avvento. E vorrei proporvi una riflessione che parte dalla domanda che Dio rivolge ad Adamo “Dove sei?” e arriva all’ “Eccomi” di Maria.

La prima lettura ci racconta le conseguenze del peccato originale: l’uomo ne esce intimorito, pauroso e va a nascondersi perché ha scoperto la sua vulnerabilità: si è fidato del serpente che con astuzia gli ha promesso un’illusoria libertà. E la scelta di autodeterminarsi lo ha portato a non fidarsi più di Dio e dell’altro. La conseguenza del peccato, di ogni peccato, è questa rovinata relazionalità.

Da parte sua, Dio non si arrende né si erge come giudice; anzi inizia a mettersi alla ricerca dell’uomo: “Adamo, dove sei?”; è la domanda che lo spinge a cercare l’uomo prima nell’Eden e, dopo, al di fuori di esso. Ciò che a Dio interessa è trovarci! Dopo quanto accaduto, anche per Dio il suo luogo stabile non sarà più l’Eden, ma la travagliata storia degli uomini. Tanto appassionata sarà questa ricerca da portarlo a incarnarsi (Natale) per essere il Dio-con-noi e a donarsi (Passione e Morte) per riconciliarci a sé e condurci alla pienezza della vita (Risurrezione).

Dunque Dio viene a cercarci nella nostra storia, dove viviamo la costante lotta contro il male. E il libro della Genesi ci annuncia già che la sorte finale dell’uomo non è la perdizione, ma la possibilità di salvezza; Dio parla a Satana e gli dice: “Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno” (Gen 3,15).

E così arriviamo al Vangelo di questa solennità, dove Maria è chiamata ad essere Madre del Figlio di Dio che verrà a salvare l’umanità. Dalla maternità di Eva, segnata dal peccato delle origini, si passa alla maternità di Maria, colmata della grazia divina. Così la lunga storia della salvezza iniziata da Dio con la domanda “Dove sei?” (Gen3,9) arriva al compimento grazie alla risposta di Maria, semplice e decisa: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1,38).

E tutto l’annuncio della salvezza è sotto il segno della gioia messianica: “Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te” (Lc 1,28). Una gioia che non è una semplice emozione bensì un atteggiamento esistenziale dovuto all’essere ricolma della grazia divina: Maria vive in pienezza la relazione vitale con Dio. E qui sta il suo concepimento immacolato: per puro dono di Dio, Colei che sarebbe diventata Madre del Salvatore è stata preservata da ogni macchia di peccato, proprio perché totalmente immersa nella relazione con Dio.

All’inizio l’uomo andò a nascondersi per paura; ora Maria si lascia raggiungere da Dio nella pienezza della gioia. La paura delle origini è cancellata dalla grazia della salvezza; la fragilità della nudità alla base della paura primordiale è ricoperta dalla grazia dello Spirito Santo che avvolge pienamente la futura madre.

Di fronte a questo mistero che la raggiunge, Maria si pone delle domande; nella fede Maria valuta ciò che le è possibile, discerne la posizione della sua storia nel quadro più ampio della storia del suo popolo, intuisce la direzione del dono di grazia della Parola di Dio che la raggiunge e dà credito a ciò che umanamente appare impossibile. In parole semplici, Maria si fida di Dio. E Dio in Maria ci dona un’immagine viva di quello che Egli può realizzare quando una creatura gli apre il cuore e si rende disponibile al suo progetto di salvezza.

Maria, la tutta bella, ci aiuti a fidarci di Dio e a credere alle sue possibilità.

don Nicola Florio

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