Marco Natuzzi, giovanissimo ricercatore sansalvese in un team di ricerca per il Covid

Francia. L’8 ottobre scorso è stato pubblicato un interessante risultato di una ricerca sulla cura del covid-19 a cui ha partecipato anche un giovanissimo ricercatore sansalvese, Marco Natuzzi.

Un giovane talento che già all’età di dodici anni ha partecipato ai campionati italiani di matematica all’Università Bocconi di Milano e a diciotto anni ha vinto una medaglia d’argento alle Olimpiadi Italiane di Informatica.
Ha conseguito al Politecnico di Milano una laurea magistrale con lode in Ingegneria dei Materiali e delle Nanotecnologie e una laurea magistrale in Fisica e Chimica all’École normale supérieure di Lione nell’ambito di un programma di doppia laurea.
Attualmente è al terzo anno di dottorato di ricerca a Lione presso la start-up MexBrain, il cui scopo è lo sviluppo di un dispositivo medico capace di estrarre efficacemente metalli dal sangue attraverso un apparato di emodialisi. L’obiettivo è quello di trattare patologie direttamente legate all’eccesso di alcuni metalli nel sangue, come la malattia di Wilson e l’emocromatosi. La tecnologia, protetta da 5 brevetti, è stata testata con successo in vivo.
Senza tralasciare le due principali applicazioni terapeutiche, la start-up ha trovato una possibile applicazione della sua tecnologia nei casi di setticemia, un tipo di infezione riportato in numerosi casi gravi di covid. Per questo motivo è stata ottenuta un’autorizzazione a tornare in laboratorio durante il periodo di lockdown (rispettando le condizioni di sicurezza). Dopo aver realizzato i primi test, un brevetto è stato depositato e una collaborazione con la Scuola veterinaria di Lione potrà verificare la pertinenza di questa tecnologia nei prossimi mesi.

Il team MexBrain, guidato da Thomas Brichart, chimico di formazione, co-fondatore e CEO dell’azienda, la crisi sanitaria e la quarantena hanno avuto ripercussioni inaspettate… e portatrici di speranza per i pazienti affetti da casi gravi di Covid!

https://www.brefeco.com/expertises/thomas-brichart-mexbrain-la-covid-nous-ouvert-une-nouvelle-voie-therapeutique

La situazione eccezionale generata dalla crisi sanitaria ha infatti permesso alla giovane start-up MexBrain di Lione, che sviluppa dispositivi medici innovativi per l’estrazione dei metalli accumulati nel corpo, di posizionarsi su un percorso terapeutico che non aveva immaginato a priori. ” Siamo ospitati dall’Università di Lyon 1 all’interno dell’Institut Lumière Matière (ILM), un centro di ricerca dell’Università-CNRS da cui provengono due dei nostri co-fondatori “, ricorda Thomas Brichart. Quando l’università ha chiuso a marzo per la quarantena obbligatoria, “ognuno di noi cinque è tornato a casa, e siccome avevamo molto tempo davanti, abbiamo letto molto, sul Covid in particolare…”.
Con gli occhi acuti degli scienziati e dei ricercatori che compongono il team MexBrain, “abbiamo identificato che la nostra tecnologia, basata sulla cattura selettiva dei metalli accumulati nel corpo (mediante un dispositivo di dialisi associato a un fluido colloidale) ) potrebbe riguardare la setticemia, un’infezione generalizzata che compare in alcune forme aggravate di Covid”.

Per i pazienti con casi gravi, infatti, si osserva spesso una reazione immunitaria eccessiva e “il nostro dispositivo medico potrebbe frenare questa reazione e limitare i danni arrecati agli organi, aumentando così le loro possibilità di sopravvivenza ”, augura Thomas Brichart.

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