Ricordando un grande uomo: Virgilio Cilli

Quale dono grande che è la vita! Una vita donata da un Dio che è così grande ed innamorato molto più di noi della nostra libertà. Ognuno di noi è libero di scegliere in ogni circostanza della nostra vita il bene o il male e quando si sceglie di percorrere la via del bene si fanno delle cose buone non solo per se stessi ma forse ancora di più per il nostro prossimo.

Il 14 febbraio 2021, prossimo al compimento di un secolo di vita, è tornato alla casa del Padre, Virgilio Cilli, un uomo che con molta probabilità, è stato uno di quelli che spesso ha scelto la via del bene. Andai a intervistarlo esattamente cinque anni fa quando aveva 95 anni. Nonostante la sua veneranda età mi colpì la sua giovialità e la sua voglia di raccontarsi non per ego ma nel desiderio di testimoniare un pezzo di storia della sua amata San Salvo e per trasmettere dei messaggi positivi alle nuove generazioni.

Di seguito l’intervista rilasciatami in quel giorno.

Virgilio Cilli è nato l’11 giugno del 1921, figlio di Giuseppina Cupaioli e Angelo Cilli. A soli 8 anni è andato a “imparare l’arte”del fabbro da Mastro Angelo De Felice. 

È restato dal fabbro fino al 1940, quando è stato arruolato per la guerra in atto. Divenne un carrista del 4° reggimento a Roma. 

L’11 dicembre del 1942 si doveva imbarcare, insieme ad altri componenti del suo reggimento, per la guerra in Africa ma i carri armati di una pattuglia partita prima erano affondati, per cui Virgilio e i suoi compagni sono restati a combattere la guerra in Italia e si sono diretti prima in Sardegna e poi in Corsica. 

Si è congedato il 15 marzo del 1946, data questa impressa in un posacenere costruito con un “pistone” da un suo commilitone tornitore. Durante le armi lavorava in officina e qui aveva imparato a cambiare e riparare le gomme. Appena tornato a San Salvo “non sapeva cosa fare” e nel 1947 ha deciso di aprire una piccola officina per la riparazione e la sostituzione di gomme sull’attuale via Roma, dove una volta passava la statale 16. In quegli anni ha conosciuto la donna della sua vita Maria Fabrizio con cui è convolato a nozze il 29 gennaio del 1950. 

Nel giro di pochi anni, contando solo sulle sue forze, ha cominciato a fare fortuna e ha trasformato le casette dove aveva iniziato la sua attività in una struttura moderna con casa e annessa officina. Negli anni ’50 ha abbandonato l’attività del gommista e ha aperto un distributore di benzina sempre nella stessa sede. 

Alcuni anni dopo la statale è stata spostata a San Salvo marina e Virgilio nel 1964 ha deciso di aprire anche un altro distributore, con annesso un bar alla marina. Il primo giorno di lavoro la struttura ha guadagnato 5.000 lire, una cifra importante per l’epoca.

Nelle due attività lavoravano oltre a moglie e marito anche 4 operai in paese e altri due al mare. Con l’arrivo della figlia Gabriella, nel 1971 hanno lasciato l’attività al mare. 

All’epoca, per rifornirsi di gasolio per l’agricoltura e per il riscaldamento (ancora arrivava il metano) bisognava recarsi nella vicina Vasto e così Virgilio nel 1971 ha avviato anche il distributore di questo combustibile nell’attuale via Duca degli AbruzziNegli anni ’90, il distributore di benzina di via Roma è stato trasferito sulla zona industriale dove tutt’oggi viene gestito dal genero di Virgilio.

Virgilio Cilli oltre a essere un imprenditore dal grande intuito e dalle grandi capacità è stato anche un sansalvese attivista della democrazia cristiana e che voleva il meglio per la sua città e per i suoi compaesani. Dove oggi sorge la villa, c’era un grande fossato che Vigilio “aveva adattato a campo sportivo dove chiunque poteva andare a giocare” 

Negli anni ’60, rivestiva il ruolo di presidente della “Lega”, un ufficio finanziato dal Ministero dell’Interno per l’assistenza ai poveri. L’ufficio elargiva soldi una tantum e se, le circostanze lo permettevano, dava la possibilità di lavorare (le attuali borse lavoro). Ha rivestito questo ruolo per tre mandati, ognuno dei quali durava cinque anni.

Un giorno, mentre era al distributore, Guido Antonio, un imprenditore di Bologna che aveva avuto l’appalto per gli scavi della Siv, gli aveva chiesto dove poteva buttare quell’enorme quantitativo di terra. A questa domanda gli è venuto in mente il grande fossato dove aveva arrangiato il campo sportivo e che poteva diventare una villa comunale. Si è preso il tempo per parlarne con il sindaco di allora Vitale Artese che, seppur scettico, gli aveva dato carta bianca per la gestione dell’operazione. Per il riempimento del fossato occorrevano 300 mila lire. Virgilio ha utilizzato i fondi della Lega per creare le circostanze di lavoro per i poveri assistiti e finanziare la nascita della  villa comunale. Sono occorsi 4 mesi per riempire l’enorme fossato. In seguito sono stati piantati gli alberi e costruita una bellissima fontana in cui si poteva ammirare lo zampillio dell’acqua e di sera si poteva ammirarne anche le variazioni cromatiche di questi zampillii. Tutti gli sposi si facevano fotografare sullo sfondo della fontana. 

Quando non ancora esisteva il palazzo comunale e le riunioni consiliari si svolgevano in una stanza di una vecchia casa in un vicolo di corso Garibaldi, Virgilio ha approfittato della visita di un ministro dei lavori Pubblici in un consiglio comunale, per fargli una richiesta “Chiedo scusa se mi permetto. A noi ci dicono che siamo dei terroni, ma le sembra plausibile che un comune non abbia una sua sede e deve affittare delle catapecchie per potersi riunire in consiglio?”. E quel ministro ha così stanziato dieci milioni delle vecchie lire per il palazzo comunale.

Appassionato di calcio nel settembre del 1967 si è attivato insieme ad altri per la creazione di una società sportiva presso il notaio. È nata così la U.S. San Salvo con i colori bianco e azzurro, bianco in onore della democrazia cristiana che Virgilio conserva tuttora nel cuore, e azzurro come il cielo. Ovviamente il primo presidente della società non poteva che essere Virgilio Cilli.

Virgilio ha ottenuto due onorificenze che l’hanno riempito di orgoglio: nel 1966 il titolo di Cavaliere e nel 1980 quella di Ufficiale della Repubblica.

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