Il Padre fa rumore. La storia di tutti i giorni è pieni dei “rumori” di Dio

(Commento al Vangelo di don Enzo Falasca: solennità Pentecoste)

pentecoste

Mentre stava compiendosi il giorno di Pentecoste: sì, gli ebrei avevano già questa festa, per ricordare il giorno in cui Dio diede a Mosè la Legge, i Comandamenti. Si festeggiava il fatto che Dio si rivela come unico, come degno di essere benedetto e come colui che benedice, la capacità di dare ai propri genitori il giusto valore, di rispettare la vita, i beni e gli affetti di chi ci circonda, di vivere nella verità.

Tutto questo è molto bello! Sapere che Dio Padre è con noi quando viviamo così (ma anche se non ce la facciamo) ci fa festeggiare.
Però mentre si festeggia tutto questo il Vangelo ci dice che i discepoli erano chiusi in una casa per paura dei giudei. Io questa cosa l’ho intesa così: i discepoli avevano conosciuto Gesù, nella sua vita e nelle sue parole avevano trovato una novità assoluta, un superamento della Legge, qualcosa di più grande e di più bello.

Avere paura “dei giudei” è avere paura di vivere “da giudei”, cioè accontentandosi di vivere solo questo, senza la novità di Gesù Cristo.
Gesù nel giorno di Pentecoste fa un regalo ai discepoli: lo Spirito Santo e il dono di evangelizzare.
Partendo da cosa? Vediamo la scena. C’è un grande RUMORE nel cenacolo, la gente va a vedere cos’è successo e trova i discepoli lì a “spiegare il rumore” a dire che quel rumore è una grande opera del Padre.

Sì, il Padre fa rumore. La storia di tutti i giorni è pieni dei “rumori” di Dio. E noi abbiamo la gioia di spiegare che queste sono grandi opere di Dio Padre. E di farlo con una lingua che capiscono tutti. Il Padre fa rumore!

L’altro giorno mi ha chiamato una mamma per raccontarmi della figlia che l’anno scorso è venuta al Campo. Mi ha detto: “È un’altra persona! Ha cambiato vita: non vuole perdersi più nessun impegno in parrocchia, si è fidanzata con un animatore e stanno facendo un bellissimo cammino insieme”. L’ho ringraziata e in quelle parole ho sentito il rumore del Padre. Quello che è successo a quella ragazza è una grande opera del Padre.

Quest’estate a Lisbona, un milione di giovani si ritroveranno intorno al Papa, per far sentire ancora il suo “rumore”.

Ma la cosa più bella è che ogni giorno il Padre è rumoroso, ogni giorno lo si può sentire, raccontare e spiegare.
Apri il tuo cuore allo Spirito, alla sua voce che ti fa sentire il rumore del Padre. Chiedi allo Spirito Santo la lingua che la gente può capire e che vuole ascoltare. Accogli con gioia i doni che il Padre vuole farti per questo tempo della Chiesa, per questa primavera che ci rende protagonisti creativi, uniti e unici.

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