Gesù oggi chiede a ciascuno di noi “Che cosa vuoi che io faccia per te?”

(Commento al Vangelo di don Mario Pagan)

Gesù oggi chiede a ciascuno di noi “Che cosa vuoi che io faccia per te?”. Diciamogli anche noi come il cieco Bartimeo: “Che io abbia di nuovo la vista!”, e che io abbia la forza di seguirti nella verità, nell’amore e quindi anche nella vera libertà e nella gioia.

Il Vangelo di questa domenica ci presenta Gesù che passa in mezzo a noi, il Verbo Incarnato che cammina sulle strade della nostra vita e della nostra storia. Bartimeo stava lungo la strada, seduto, avvolto nel suo mantello, a chiedere l’elemosina; è una situazione estremamente infelice, ma questa situazione di infelicità è un po’ di tutta l’umanità, perché quando non abbiamo speranza e amore, quando siamo avvolti nel mantello dei nostri peccati e del nostro pessimismo – e spesso posiamo trovarci così – la nostra vita è inerte, siamo in una situazione di miseria e di infelicità. Ma Gesù passa, passa ogni giorno lungo la strada della nostra vita dove noi siamo mendicanti e ci fa sentire la sua presenza, perché si sente un fremito nell’aria, si percepisce che c’è qualcuno. Il cieco comincia allora a gridare e qualcuno tenta di farlo tacere. Sappiamo quante voci nel mondo, tra la folla, siano contrarie alla fede, quante ideologie, quante teorie, quante correnti di pensiero e di superstizione cerchino di soffocare la preghiera di chi cerca il Signore. Non lasciamoci distogliere e teniamo lo sguardo fisso su Gesù, che à la luce e che passa, che è in mezzo a noi.

Per seguirlo dobbiamo gettare via il mantello e di mantelli logori forse ne abbiamo più di uno, sono le nostre abitudini, le nostre pigrizie, i nostri peccati, i nostri condizionamenti umani. Dobbiamo liberarcene, così da poter essere liberi e leggeri per balzare in piedi. Quando sembra che la vita ci diventi pesante o perda di senso, quando non ci accorgiamo di tutta la bellezza che ci circonda e di quelli che abbiamo attorno e che ci amano, con uno sforzo che ci viene per grazia del Signore, rispondendo alla sua chiamata, balziamo in piedi e apriamogli il cuore, accogliamo la sua parola di vita, obbediamo al suo invito.

Il cieco riconosce Gesù come suo Salvatore, come la sua Luce e la sua Vita, buttato via il mantello, cioè tutto quello che gli pesava addosso, e liberato dalla cecità, il cieco ormai può seguire Gesù e vivere in questa luce. Tutti noi siamo continuamente chiamati alla luce e alla fede, a diventare discepoli del Signore e a seguilo, e seguirlo significa fare con Lui la volontà del Padre, obbedire alla sua Parola, al comandamento dell’amore, perché chi ama è nella vita e nell’amore, è nella luce.

Ogni giorno possiamo camminare alla luce di Cristo, che è la vera vita, la luce che cresce e non tramonta perché è una luce che rimane per sempre. Per mezzo di questa luce possiamo conoscere Dio steso che si dona a noi e anche irradiarlo, diventando un riflesso della sua luce. Conformandoci a Cristo e diventando discepoli della luce, dovunque siamo, posiamo annunziarlo diventando a nostra volta dono di vita.

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