“Chiamati: dalla morte alla vita!”

(Commento al Vangelo di don Pieralbert D’Alessandro”)

Interessante è l’atteggiamento di Gesù, il Quale non da attenzione ai suoi “fans”, anzi il suo sguardo si dirige elegantemente su una scena di pescatori, in tutt’altre faccende. Erano infatti intenti a lavare le reti da pesca. Diciamo che si preoccupa degli unici che, in quel momento, non sono preoccupati di lui. Gli chiede una barca: è la barca di Simone, futuro Pietro, primo Papa. A lui più avanti consegnerà una barca ben più impegnativa, la barca della Chiesa.

Gesù sale sulla barca, si stacca da terra e si siede, come un maestro in cattedra. Quella barca, che prefigura già la Chiesa, ci consegna sempre nella metafora i segni liturgici per eccellenza: la sede, l’altare e l’ambone, le celebrazioni ecc…ecc… dove Gesù proclama la Parola.
Bello immaginare questa scena: la barca dei pescatori d’improvviso s’illumina di profezia e si dipinge dei colori festanti della liturgia. Ma, è ripeto ma!!! se facciamo un passo indietro e torniamo alla notte precedente, quando quella barca ha attraversato l’intero lago di Tiberiade, senza pescare nulla, beh, allora dimentichiamo facilmente il profumo degli incensi delle chiese e piuttosto assaporiamo il puzzo nauseante del fallimento.

Qui mi fermerei. Eppure, questo è un Vangelo vocazionale, cioè il Vangelo che ci racconta della chiamata dei primi discepoli, fra cui Simone, appunto il futuro primo Papa. E dove va a raccogliere Gesù i primi discepoli? Lungo un lago e chiama gli unici non interessati a quello che stava dicendo e chiama coloro che escono da un fallimento pesante. Ecco, se questi sono i criteri, possiamo dire con certezza che la vocazione è solo cosa di Dio.

Non ha nulla a che fare con le attitudini umane, cioè Gesù non ti sceglie perché sei bravo, perché vai a Messa tutti i giorni, perché vai a messa e sei brillante. Niente di tutto questo.

Simone, quello che sarà il futuro capo della Chiesa, non ha niente di seducente. Eppure Gesù lo sceglie così: imperfetto ma fiducioso. “Maestro, non abbiamo preso nulla tutta la notte ma sulla tua Parola getterò le reti“: ecco di chi ha bisogno Gesù, di chi si fida di Lui.

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