“Sono una mamma non sono una santa”: la mia seconda gravidanza

Una donna incinta è un miracolo vivente che cammina. Ogni essere umano, donna o uomo che sia è un meraviglioso miracolo di vita che racchiude qualcosa di incredibilmente bello e una donna che porta dentro il suo grembo un altro essere umano che attimo dopo attimo si evolve fino a diventare un altro miracolo, ha il sapore di una perfezione divina.

Quando vivevo questa esperienza, per quanto ne percepissi la grandezza che riempiva di gioia il mio cuore, mi accorgo che non avevo la piena consapevolezza di quanto stavo vivendo. Anche se la gravidanza rientrava tra i miei più grandi desideri di donna, vivevo quella fase come un normale presente. Ora che i miei quattro figli cominciano ad essere grandi quando sento che qualcuno che conosco è incinta o incontro una donna col pancione mi viene spontaneo percepire davvero quell’incredibile e indescrivibile miracolo che si chiama “vita”.

Ricordo quei nove mesi di gravidanza come un periodo davvero bello, ma allo stesso tempo anche di pieno di ansia per la paura che potesse succedere qualcosa di brutto come era successo con la prima gravidanza. La primissima persona a cui l’andammo a dire è stata la nostra amica che è più di una sorella, Catia e che poi insieme al marito Roberto abbiamo anche scelto come padrini per nostro figlio.

Ricordo come se fosse oggi la prima ecografia. Io e mio marito non vedevamo l’ora che arrivasse quel momento perché volevamo cominciare a vedere anche fisicamente questo miracolo che Dio ci stava affidando. Entrambi avevamo la certezza del cuore che sarebbe stato un maschio per quella parola (“…avrai un figlio e lo chiamerai Giovanni”) donata quando stavo perdendo il nostro primogenito. Quando il ginecologo ci disse che era un maschio per noi non era una novità. Anche se non ne avevamo ancora parlato ci sembrò scontato.

Man mano che i giorni passavano cominciavo a vivere quella gravidanza con più tranquillità. Come fanno la maggior parte dei genitori alla prima esperienza eravamo meticolosi in ogni cosa e spendevamo anche un sacco di soldi per visite ginecologiche (almeno una al mese e al medico più rinomato della zona), e tutto ciò che in qualche modo riguardasse questo nascituro. L’inesperienza e la società consumistica ci portava ad acquistare anche tante cose inutili. Cercavo di documentarmi con riviste e libri su questo mondo che mi era completamente sconosciuto. Non avevo mai avuto esperienza diretta con i bambini e né ce ne stavano in giro nella mia vita. Partecipai al corso prémaman proposto dall’ospedale e che si è rivelato nel tempo davvero utile.

Ogni gravidanza è unica e irripetibile come lo è quel meraviglioso minuscolo essere che ne verrà fuori. A differenza delle tantissime mamme che conoscevo non avevo nausea e dicevo: “Se non vomito forse c’è qualcosa che non va”. Quante problemi assurdi mi costruivo!  

I momenti più belli della gravidanza erano quelli in cui sentivo mio figlio che si muoveva dentro di me e soprattutto negli ultimi mesi in cui vedevo i bozzoli della pancia quando questa cominciava a essere un po’ stretta. Non c’era giorno che non parlavo con lui dentro il mio cuore. Quando osservo i miei figli che stanno crescendo e ripenso a quei momenti penso “che cosa bella e geniale è la gravidanza!” Sono queste delle sensazioni indelebili nel cuore di una mamma.

Infinitamente grazie Dio per questi meravigliosi doni di cui ci hai voluto far partecipi.

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