New Generation: “I canti della tradizione ti aprono cuore e mente”

(Foto di Nicola Palma Ucci)

Una delle tante presenze belle e caratteristiche della festa del santo patrono di San Salvo del 28 aprile è quella della New Generation, un’associazione culturale no-profit, apolitica volta al mantenimento delle tradizioni popolari dell’Abruzzo ed in particolare di San Salvo.

Di seguito l’intervista ai soci fondatori dell’associazione: Marco Cardarella, Adelmo Malatesta e Sandro Cacchione.

Perché e quando è nata la New Generation?

È nata in un certo senso un po’ per scherzo. Quando eravamo bambini, in determinati giorni dell’anno ci ritrovavamo con nonni e genitori ad andare per le case a cantare il Sant’Antonio. Una volta cresciuti, intorno agli anni ’90, ripensando a quando eravamo bambini ci siamo accorti che quelle belle tradizioni stavano sparendo e abbiamo avvertito la nostalgia della convivialità che caratterizzava dei momenti indimenticabili e sentito il forte desiderio di riproporli. E così nel 2007 abbiamo deciso di costituire l’associazione New Generation sia per avere una nostra identità e sia per un discorso di adempimenti formali e fiscali che ci consentissero anche di fare degli acquisti come ad esempio la cappa che indossiamo in occasione del canti di gennaio e del venerdì Santo. Eravamo circa una ventina di cantori.

Cosa ha caratterizzato e come si è evoluta l’associazione in questi 13 anni di attività?

Siamo partiti con il canto del Sant’Antonio proposto a diverse famiglie residenti in tre quartieri (zona via delle Rose, zona piscina e zona via Verdi) di San Salvo. In ogni sosta si erano radunate almeno quattro famiglie. Poi man mano abbiamo ampliato il raggio d’azione ma soprattutto i canti e le tradizioni che da portare avanti. Abbiamo introdotto nel nostro repertorio “San Sebastiano”, un canto che stava sparendo e con il quale siamo riusciti a coinvolgere anche i vigili urbani di cui il santo è patrono. Il Miserere ci ha portati a esibirci durante la processione del Venerdì Santo e grazie a questo canto abbiamo coinvolto anche il Complesso Bandistico Citta di San Salvo, che prima di allora andava a suonare lo stesso canto e nello stesso giorno a Campobasso.

Da circa sei anni ci siamo accostati anche alla festa del santo patrono della nostra città. In occasione del tradizionale “Fuoco di San Tommaso” del 20 dicembre e della messa solenne del giorno della festa patronale del 28 aprile che conclude la processione per le vie del paese con i trattori addobbati a festa che trasportano i sacchi di grano (le cosiddette some di San Vitale) e le reliquie di San Vitale, ci esibiamo con il canto scritto dal poeta sansalvese Leone Balduzzi in onore di San Vitale Martire. Canto con il quale siamo riusciti a coinvolgere anche i Centri Diurni per gli anziani e diverse scolaresche. Intorno al 2009 abbiamo riproposto all’amministrazione comunale una rassegna interregionale de ‘Lu Sand’Andonie’, evento, che negli anni scorsi si era ridotto ad una manifestazione canora prettamente locale, invitando ad esibirsi anche gruppi provenienti da fuori regione e dal teramano, dove il canto del Sant’Antonio si espande ben oltre i confini musicali diventando una vera e propria rappresentazione teatrale. Una proposta che è stata accolta da tutte le amministrazioni che si sono avvicendate in questi anni a prescindere dal colore politico.  L’associazione, insieme ad altre realtà, è inoltre attiva nell’organizzazione di ‘Nottambula’ e della “Festa del ritorno”.

Qual è l’aspettativa principale della New Generation?

Di sicuro trasmettere il valore delle tradizioni alle nuove generazioni. In fondo la vita è come una ruota e quando gira c’è lo scatto generazionale e se tutto questo non viene trasmesso l’umanità perderà un po’ della sua identità. Quando si avvicinano questi eventi ci rechiamo a scuola e facciamo le prove con i bambini. Un anno abbiamo proposto anche di portare un ciocco di legno per alimentare il gran falò del 20 dicembre.  Ai più piccoli dedichiamo una particolare attenzione nella consapevolezza che quando cresceranno e vivranno lontano da San Salvo, di sicuro porteranno nel cuore queste tradizioni che di sicuro scalderanno i loro cuori nel ricordare le loro origini. Per noi è motivo di orgoglio anche che alcuni ragazzi si sono approcciati a questo mondo grazie a noi e poi hanno costituito delle realtà parallele. Senza la consapevolezza di avere una storia, l’ umanità è monca.

Sapete descrivere le vostre emozioni nell’esibirvi in questi canti folkloristici?

Cantare il “Miserere” nel giorno del Venerdì Santo o il “San Vitale” nel giorno della festa del patrono ci donano una sensazione indescrivibile: un’emozione davvero unica nel suo genere che apre la mente e che ti dona la sensazione di stare in un altro pianeta. In quei momenti sembrano quasi che quelle statue del Cristo morto o della Madonna Addolorata e di San Vitale, seppur sappiamo che sono dei semplici simboli, sembrano quasi che ti parlano.


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