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Mamma alle prime armi con pannolini, cremine e pappette

Quale grande strabiliante universo è quello della mamma! Dentro ogni donna c’è in generale una maternità innata che si esprime nella vita anche se poi non lo si diventa biologicamente. E’ quel mix di tenerezza e sensibilità che dona al mondo uno sguardo e un’azione pieni di bellezza contemplante del grande dono della vita.

Quando si diventa mamme a livello biologico la maternità diventa carne e ossa che tocchi . E’ un arte, un mestiere che una donna impara piano piano crescendo insieme a chi si genera. Dopo averne contemplato il miracolo della nascita si assapora anche la fatica fisica, morale, umana e psicologica che comporta crescere un figlio.

C’è un piccolo essere che ti appartiene al diecimila per mille e ha bisogno di te letteralmente h24. Spesso c’è anche l’ansia di non essere in grado di sostenere questo compito che di sicuro non è una passeggiata. Ma grazie a Dio c’è una “grazia divina” che supporta tutte le mamme. Una volta mia suocera disse se una donna sapesse in anticipo quanta fatica costa crescere un figlio e non sarebbe in grado di dimenticare il tutto, molto probabilmente tante donne non farebbero più figli. Il ruolo della mamma è un ruolo insostituibile. I primi anni di vita di un figlio sono costellati di cambi di pannolini , svezzamenti, notti e giorni insonni, cambi di abitudini e sono soprattutto un crescere e un continuo educarsi nell’amore.

Il primo anno di mio figlio è stato di sicuro un anno molto faticoso. Col senno di poi penso che lui risentiva tutto il peso delle mie paure e ansie di mamma. Per un anno intero Giovanni è stato uno di quei bambini che non dormiva né giorno e né notte. Sempre attaccato al seno e che quando è arrivato il momento dello svezzamento tutto ciò che avevo letto in materia non era servito a niente. Tanto tempo per stare a preparare brodi e brodini vegetali che poi sistematicamente non mangiava. Omogeneizzati e frullati gli erano completamente indigesti. La tecnica dell’aeroplanino che si vede nei film e che vuole cercare di porgli un boccone in bocca era un completo fallimento. Provavo a proporglieli in ogni salsa e anche mescolando con altri cibi che sembrava aver gradito tipo yogurt e simili ma era tutto inutile. Ha cominciato mangiare dopo l’anno pane con peperoni arrostiti e ventricina, cibi che gli sono serviti per lui a incuriosirsi agli altri alimenti.

Oggi ricordo quel periodo con un grande senso di dolcezza e forse un pizzico di rammarico per non aver affrontato quel periodo con maggiore serenità. Ma è proprio l’esperienza di quel periodo che è servita per farmi crescere come mamma e aiutata ad approcciarmi diversamente con i figli che sono arrivati successivamente.

E’ un periodo in cui le mamme, soprattutto se non hanno appoggi come nonne, zie e simili, sperimentano anche nella fatica la bellezza del rinunciare e morire a se stesse semplicemente per amore.

Consigli pratici: nello svezzamento meno omogeneizzati e più prodotti freschi. In sostanza prodotti con meno conservanti e con gusti più naturali. Un ostetrica di vecchio stampo, Armida Nola, di cercare sempre i consigli e tecniche delle nonne. Nel cambio del pannolino consigliava di non utilizzare tutti quei prodotti che propongono il mondo consumistico ma più semplicemente un lavaggio con prodotti naturali e asciugare tamponando con delicatezza. Quest’ultimi consigli li ho applicati solo con la quarta figlia e ho riscontrato che è il sistema migliore che ti permette anche di risparmiare soldi ma soprattutto tempo.

(“Sono una mamma non sono una santa: “Sono mamma di quattro figli e come tantissime volte i consigli di altre persone mi sono stati utili in questo mio importante e bellissimo ruolo di cui rendo grazie a Dio, da giovedì 27 febbraio inizierò questa nuova rubrica un po’ autobiografica, su questa meravigliosa avventura sperando di dare degli spunti utili anche alle altre mamme.” (leggi)

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