In piedi con gli occhi fissi su Gesù
Gesù torna nel suo paese e, come di consueto, di sabato va in sinagoga. Viene scelto per proclamare un brano di Isaia e, in quelle parole, viene delineata l’umanità del suo tempo, tanto simile alla nostra; è descritta con quattro aggettivi: povera, prigioniera, cieca, oppressa.
L’uomo, creato a immagine di Dio e chiamato ad assomigliarli, l’uomo creatura regale di Dio, è diventato così: fragile e peccatore. E Dio si fa uomo per dargli la possibilità di lasciarsi trasformare, di vivere la propria vita da vero figlio di Dio.
Gesù per questo afferma: “Oggi si è compiuta questa scrittura che voi avete ascoltato”. In Gesù tutto diventa possibile; Lui è venuto per portare gioia donandoci il vero senso della vita, sguardo nuovo sul mondo e sulla storia, liberazione dalle nostre schiavitù interiori (vizi, abitudini sbagliate…).
Gesù ci conosce; sa che siamo fragili, che ci vediamo male e ci sbagliamo facilmente, sa che siamo poveri di umanità e per questo inciampiamo. E Lui è venuto per essere un Messia che non impone pesi, ma li toglie; che non porta precetti, ma orizzonti!
A Gesù non importa se il povero o il cieco sono giusti o peccatori; se il lebbroso meriti o no la guarigione; se l’adultera avesse o meno buone giustificazioni per il suo gesto. C’è buio e dolore, sofferenza e bisogno, e tanto basta per far piega nel cuore di Dio.
E quale deve essere il nostro atteggiamento di fronte a questo immenso dono che è Cristo Signore?
Ce lo fa intendere la liturgia quando ci fa mettere in piedi per ascoltare la proclamazione del Vangelo: è l’atteggiamento di chi è pronto ad intraprendere un cammino, di chi vuole impegnarsi ad accogliere un dono e a vivere secondo il dono ricevuto.
Nella sinagoga di Nazareth “gli occhi di tutti erano fissi su di lui”: teniamo gli occhi fissi su Gesù; non lasciamoci distrarre da parole vuote e discorsi insensati. E poi chiediamo al Signore il dono delle lacrime per i nostri peccati: la sua Parola illumina il nostro cuore, ci fa vedere dove siamo più peccatori; ma questo non per farci cadere nella disperazione… anzi!
Questa luce ci aiuta a liberarci dai nostri pesi, confidando nella grande misericordia di Dio, sempre più grande di ogni nostro peccato.
E allora comprenderemo meglio l’invito della prima lettura di oggi: “Non vi rattristate perché la gioia del Signore è la nostra forza”.