Il sonno della fede

Terza settimana del Tempo Ordinario – Sabato

Commento al Vangelo di Marco 4,35-41

A cura di Don Giovanni Boezzi

Carissimi, è proprio su questa fede che veniamo qui interrogati, assieme agli apostoli. Il seme di grano, nascosto nella terra, la piccolezza della senapa, sono qui, in Gesù che dorme. Il mondo, con le sue ondate, intanto ci travolge. Saremmo tentati di metterci in salvo saltando via dalla barca del Signore. Ma Gesù che dorme è presente e il suo sonno è solo perché noi non lo sappiamo con noi. Quando egli si ridesta a noi che siamo sulla barca, la sua parola è rimprovero: «Non avete ancora fede?». Si, Gesù, lo confessiamo, non abbiamo ancora fede! Se non quella, un po’ teorica, che è oggetto di discussioni e precisazioni astratte. Se non quella da esercitare sulla terra ferma e sicura e garantita da ogni contraddizione e tempesta. Ci manca la fede nel regno di Dio, presente tra i tumultuosi regni del mondo.

(Silvano Fausti, Una comunità legge il Vangelo di Marco, EDB 2017)

Oggi prego con il Salmo 50.

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Dal Vangelo secondo Marco (4,35-41)

In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

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