«Il catechismo dei genitori» – Il cristianesimo domestico è stato la vera e grande forza dei decenni passati.

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(https://www.vitapastorale.it/ condiviso da don Raimondo Artese)

I figli trovano in papà e mamma la testimonianza più convincente della grande gioia del credere. Di Armando Matteo, insegnante di Teologia

Una terza ricaduta dell’Opzione Francesco nella pastorale ordinaria ha a che fare con l’iniziazione cristiana dei più piccoli. Sappiamo tutti quanto sia delicata questa tematica e quante discussioni sono state fatte negli ultimi decenni.

Va da sé che ora nessuno vuole negare l’importanza di questo impegno di annuncio del Vangelo ai più piccoli, ma nessuno può onestamente affermare che le prassi vigenti, pur con i numerosi cambiamenti occorsi negli ultimi anni, siano efficaci i nostri cuccioli non riescono a interiorizzare la bellezza del vangelo per la loro esistenza.

Tempo fa un comico inglese sosteneva di aver ricevuto da bambino una perfetta educazione cattolica con tutte le tappe previste: battesimo, cresima, prima comunione e ateismo! Una recente indagine europea confermava, purtroppo, questa battuta. Alla domanda: «Ti ritieni una persona spirituale?», la grande maggioranza dei ventenni e trentenni intervistati ha risposto molto candidamente: «No! Io sono normale!».

L’orizzonte di riflessione che ci ha dischiuso l’Opzione Francesco ci permette di andare più a fondo di quella che Evangelii gaudium denuncia come reale «rottura della trasmissione generazionale della fede», che ha toccato l’universo cattolico negli ultimi anni e che è all’origine del crescente ateismo giovanile.
Al riguardo, la notizia più grave a proposito dell’iniziazione cristiana dei più piccoli è l’eclissi del cristianesimo domestico, che è stata la vera forza dei decenni passati.

Il cambiamento d’epoca con le sue trasformazioni antropologiche radicali ha marginalizzato l’esperienza cristiana nella vita della popolazione adulta, cioè i genitori dei nostri bambini e adolescenti.

Non sono poche le indagini sull’esperienza religiosa nel contesto del nostro Paese che certificano come, dal punto di vista quantitativo, sia proprio la fascia di popolazione adulta – e, dunque, quella dei genitori – che prega di meno, si reca di meno in parrocchia e abbia scarso interesse per la Bibbia. Ma come sarà possibile iniziare alla vita cristiana i piccoli che non colgono mai i propri genitori a pregare, a leggere il Vangelo e a partecipare alla messa domenicale?

Tutto ciò porta alla proposta di attivare nelle parrocchie un vero e proprio «catechismo per i genitori che chiedono i sacramenti per i loro figli». Sono i genitori, infatti, che debbono ricevere di nuovo il vangelo e che debbono accoglierlo quale principio ispiratore della loro esistenza. Fare il catechismo dei figli senza poter contare sui genitori catechizzati è inutile; fare il catechismo dei figli con qualche incontro con i loro genitori è appena sufficiente, ma non risolutivo.

Si tratta, quindi, di dare vita al «catechismo dei genitori che chiedono i sacramenti dei figli» ed eventualmente, se ci sono risorse di tempo e agenti pastorali fare pure il catechismo dei figli.

È nel corpo vivente di mamma e di papà che i nostri piccoli possono trovare la testimonianza più convincente della grande gioia del credere!

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