Formazione creativa per i catechisti della diocesi Chieti-vasto con don davide abascià

Un incontro fuori dalle righe è stato l’appuntamento formativo organizzato da don Gilberto Ruzzi per i catechisti della diocesi Chieti- Vasto, domenica 26 febbraio 2023. A ospitare l’incontro sono stati i locali del Centro Pastorale “Concetta Massari” della parrocchia “San Donato v.m.” in Fossacesia. Per favorire lo stile del dialogo, le sedute erano disposte in un grande cerchio in modo che tutti si potessero guardare in faccia.

A guidare l’entusiasmante evento è stato don Davide Abascià, responsabile della Pastorale Giovanile della Diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie. Punto di partenza il miracolo della moltiplicazione dei 5 pani e due pesci condivisi da un semplice ragazzo e raccontato nel Vangelo di Giovanni 6, 1-14.

Come relazionarsi con gli adolescenti per crescere nella vita di fede?Partiamo da noi! Due domande hanno fatto da apripista: “Cosa non sopportavo da adolescente? Se fossi oggi un adolescente cosa mi piacerebbe?” Dopo essersi ascoltati su queste risposte don Davide ha proposto un gioco: tutti i catechisti sono stati divisi in due squadre, ciascuna delle quali aveva a disposizione 9 canalette di plastica (che all’inizio dell’incontro erano poste al centro della stanza ma erano quasi invisibili e spesso erano motivo quasi di inciampo perché mentre si attraversava la stanza si era concentrati su altro come ad esempio cercare la sedia dove sedersi) di circa 90 centimetri, una pallina di legno e un bicchiere. Ogni squadra doveva formare una sorta di canale in cui far scorrere la pallina e alla fine della corsa fatto scivolare dentro un bicchiere.

Il gioco è divenuto l’escamotage per mostrare come un vissuto possa trasformarsi in un’esperienza quando viene riletto: mentre giocavo mi sono reso conto che io…, mentre giocavamo mi sono reso conto che noi…mentre giocavamo, pensando agli adolescenti che accompagno, mi sono reso conto anche …Tantissimi gli spunti che ne sono venuti fuori: la pallina è come il vangelo che dobbiamo far passare e noi come le canalette; il gioco è un ottimo strumento di trasmissione di fede.

Spesso tendiamo a guardare i ragazzi usando la nostra storia ma loro ne hanno una tutta loro e nell’intersecarci con loro possiamo farlo con approccio sistemico che considera la loro storia (ciascuno di loro ha una famiglia, la scuola, dei compagni/maestro di calcetto, danza.,..) e con un loro presente: e un approccio intersoggettivo volto a considerare tutte le loro e le nostre relazioni interpersonali.

Dobbiamo imparare a uscire da noi stessi per giungere a un sguardo allargato. Non c’è nulla di umano che non sia teologale. Partire da ciò che c’è per attivare negli adolescenti dei processi di lettura del vissuto che conducono alla trasformazione in un’esperienza di vita e di fede. i ragazzi di oggi hanno una naturale propensione a raccontarsi più di quanto si faceva in passato. Su Instagram con delle immagini loro costruiscono un vero e proprio storytelling. È molto utile per far aprire i ragazzi l’invitare a scrivere su di sé dando dei piccoli input. “Tempo fa avevamo chiesto a dei ragazzi di scrivere su un foglietto una parte del proprio corpo che consideravano bella e una invece che avrebbero voluto cambiato. Sono venute fuori delle cose davvero interessanti” – ha raccontato don Davide. Un’altra cosa che si potrebbe fare è quella di proporre dei contest ossia ad esempio scegliere un tema su cui i ragazzi inviano una foto da inviare su un gruppo e poi invitarli a raccontare il perché di quella scelta. A dimostrazione di quanto i ragazzi possano aprirsi con la scrittura don Davide ha letto la lettera di Blanco a conclusione della prima serata di Sanremo: “..Ti ho messo in lacrime come la mia mamma, mi hai visto fragile come un bimbo e proprio qui, dove mi hai insegnato a correre, sono caduto..”.

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