Dopo 42 anni stessi gesti e con una nuova e avvincente storia da raccontare

SAN SALVO. Una giornata storica per una piccolissima porzione di Santa Madre Chiesa è stata vissuta sabato 2 ottobre 2021 a San Salvo. Dopo 42 anni sono stati compiuti gli stessi gesti solenni che caratterizzano la dedicazione di un nuovo altare, gesti intensi, belli e molto significativi che sottolineano il valore e la centralità del “luogo” dove viene immolato l’agnello, il convito sacrificale modellato sull’ultima cena.  L’Altare, come Cristo, è la pietra angolare su cui è collocata la Chiesa; è la pietra viva che dà la vita offrendo il Pane vivo; la semplice croce incisa su di esso ricorda che lì si celebra il memoriale della passione, morte e risurrezione del Signore Gesù. Qui ogni giorno pane e vino diventano corpo e sangue di Cristo che vengono donati a noi.

La domenica del 22 luglio del 1979 veniva aperta al culto la nuova chiesa di San Nicola: un giovane Raffaele Mucilli sigillava nell’altare da lui realizzato alcune reliquie di santi e l’allora vescovo di Chieti mons. Vincenzo Fagiolo versava il sacro Crisma sull’altare, ungendo opportunamente tutta la mensa. Due sacerdoti, ognuno secondo i suoi particolari carismi, hanno guidato la comunità parrocchiale per giungere a questi due giorni che appartengono alla storia: don Piero Santoro nel 1979 e don Beniamino Di Renzo nel 2021.


Sabato 2 ottobre 2021 è stata riaperta la chiesa e dedicato il nuovo altare realizzato dallo scultore Raffaele Mucilli secondo la nuova normativa ecclesiale in materia di arredi liturgici e con degli inseriti rossi di mosaico raffiguranti le piaghe di nostro Signore che si è immolato per Amore dell’umanità.

Anche in questa occasione Mucilli ha sigillato le stesse reliquie in un apposita nicchia del nuovo altare, gesto questo compiuto in osservanza di una legge che risale agli anni successivi al 313 d.C, dopo che Costantino concesse la pace alla Chiesa. Il Vescovo di Chieti -Vasto Bruno Forte ha versato il sacro crisma sull’altare e ne ha unto l’intera superficie e per l’occasione ha utilizzato il pastorale di San Paolo VI custodito a Bolognano e portato a San Salvo da don George Xavier.

Con molta probabilità in entrambe le occasioni c’era una grandissima emozione dei fedeli e di tutti coloro che, seppur non credenti, vivevano i loro sentimenti di riflesso perché percepivano che stava accadendo qualcosa di bello. Moltissime delle persone che erano presenti nel 1979 non ci sono più, i bambini di allora oggi sono diventati adulti, Tantissime sono anche le persone presenti nell’evento del 2021 non ancora neanche nati.  Tra il 1979 e il 2021, nonostante siano trascorsi ben 42 anni c’è un filo conduttore che va ad alimentare una grande relazione d’amore: il Dio uno e trino profondamente interconnesso e compromesso con l’umanità.

In questi 42 anni tantissime sono le storie e i volti che si sono avvicendati e stretti attorno a questa pietra angolare, che hanno saputo dare tanto bene a questa città. Oggi l’intera comunità è chiamata a continuare a leggere i segni dei tempi e a farsi guidare dallo Spirito Santo per raccontare una “Vecchia storia” (la lieta novella) ma in modo nuovo. Così come nessun attimo è uguale all’altro così siamo chiamati a vivere ogni tempo non con nostalgia del passato ma con un cuore gonfio di gioia perché vive nella speranza in Colui che “fa nuove tutte le cose” (Ap 21,5).
Alla cerimonia erano presenti anche i sacerdoti don Raimondo Artese, don Gianfranco Travaglini, don Andrea Manzone, don George Xavier, don Pedro Hernandez e don Guido Carafa, in rappresentanza della città il sindaco Tiziana Magnacca e gli assessori Maria Travaglini e Giancarlo Lippis. 

Foto in copertina di Simone Colameo


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