Come San Vitale chiamati a dare la vita per Cristo

(Commento al Vangelo di don Raimondo Artese)

La Parola vuole dirci che è possibile rinascere anche quando l’età o le scelte di vita hanno messo in evidenza i nostri limiti, ci dà l’impressione di essere morti anche se ancora viviamo dentro. Il Vangelo ci descrive l’incontro tra Gesù e Nicodemo e vuole dirci che anche noi, come lui, rimaniamo meravigliati dalle Parole di Gesù: «… se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio». Nicodemo gli fa la domanda: «Come può nascere un uomo quando è vecchio?» che forse e la domanda che ci facciamo anche noi.

Ma abbiamo, anche io e te, una certezza che nel battesimo abbiamo avuto la nostra rinascita come figli di Dio, ma poi con la libera adesione e con le nostre opere, dobbiamo confermare la novità che ci è stata data in dono. Infatti Gesù conferma il suo pensiero dicendo ancora: «… se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio».

Poiché la fede, come ci insegna San Vitale con la sua testimonianza, implica una scelta, perché è un atto personale, che soltanto la persona può vivere solo se crede veramente, e così, anche affrontando le difficoltà, può essere fedele. Lo Spirito sarà la nostra forza vincente, come membri della chiesa di Cristo, e di vivere la fede. La vera rinascita, non sta nel far parte di un gruppo o di una associazione, ma la vita nuova la possiamo attingere solo da quella forza divina che, ci rende capaci di uscire dalle tenebre e rinascere come creature nuove per essere testimoni credibili di Cristo.

Vitale e la sua famiglia hanno creduto in Lui che è venuto per salvare, non per condannare: la misericordia è il suo modo di amare, la Croce è la misura del suo amore.
Di fronte a Dio non dobbiamo avere paura del giudizio, ma gratitudine per un Dio che ricomincia sempre con noi, e che si è fatto uomo per condividere la nostra condizione. Lui conosce il bene per tutti e ce lo indica.
Basterebbe avere nella vita 3 parole chiave, come ci suggerisce il Papa, per realizzare la propria vocazionesognare, servire ed essere fedeli.
Qualcuno mi dirà: “Ma Vitale, poiché era un soldato romano, non doveva essere fedele all’Imperatore?”
Per essere fedeli bisogna discernere la verità.
Essere fedeli non significa accondiscendere all’orgoglio di onnipotenza dell’Imperatore, ma seguire il sogno per realizzarsi.

Tutti sogniamo di realizzaci, ma spesso abbiamo sogni che ci portano alla ricerca dell’effimero: successo e denaro, ma questi sogni non appagheranno la nostra vita perché è solo dando che si riceve e amando che si è amati.
E Vitale ha dato la vita per realizzare il sogno di essere di Cristo.

Il secondo obiettivo come Cristo mettersi a servizio.
Vitale lo ha fatto:
1) Ricevendo il Battesimo
2) Costruendo una Famiglia;
3) Trasmettendo ai figli la fede;
4) Rischiando la vita per salvare il medico Ursicino.

Il terzo è la fedeltà
Vitale sa che l’esistenza si edifica solo su una continua adesione alle grandi scelte. E anche se fa il soldato non approfitta del suo ruolo ma svolge il suo ruolo essendo attento alle persone.
Perché la vocazione, come la vita, matura solo attraverso la fedeltà di ogni giorno. Come si alimenta questa fedeltà? Alla luce della fedeltà di Dio.

Vitale e Valeria e i figli Gervasio e Protasio si sono fidati di Dio e dopo circa 1600 anni, dalla morte, li ricordiamo ancora.
A noi talvolta ci è così difficile, perché? Chiediamoci: “Se non ci fidiamo del Cristo di chi possiamo fidarci?”
L’immagine della luce che rischiara il mondo è una delle più belle per parlare del modo in cui Gesù salva ogni uomo, vale a dire, lasciandolo libero di aderire o meno a questo suo progetto di amore. Anche il sole, che sorge ogni giorno sul mondo, può essere, la sua luce, offuscata dalle nubi, così la salvezza di Cristo è offerta ad ogni uomo ma spetta ad ognuno di noi aprirsi ed accogliere questo dono, delle nubi(dubbi) che avvolgono la nostra esistenza e permettendo alla luce della salvezza di entrare.
Così l’incertezza potrebbe lasciar spazio a un sano timor di Dio, che è frutto di fede matura, che conosce e riconosce la bontà dei suoi comandamenti per la mia vita.
Buona Festa a tutti e troviamo un momento per chiederci: in chi o in che cosa riconosco quella luce di Cristo che illumina la mia vita?

Signore, come Vitale e la sua famiglia voglio fidarmi di Te. Fa che la loro testimonianza e intercessione possano illuminare la mia fede per guidarmi nelle scelte della vita. Amen


Ed io come vivo il mio essere Figlio di Dio? Mi prodigo per rinnovarmi ogni giorno senza pensare mai di essere attivato? Signore, come Nicodemo, anche io mi pongo tanti interrogativi e ho tanti dubbi, fa che mi avvicini sempre di più a Te che sei il vivente e la Tua luce rafforza la mia fede e illumini il mio cammino. Amen

Lunedì 28 aprile – La Parola del Signore
Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio». Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito». (Gv 3,1-8)

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