Seguire Cristo è una scelta esigente: tocca le corde più intime delle nostre relazioni

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In queste domeniche del Tempo Ordinario stiamo ascoltando il discorso missionario che Gesù rivolge ai suoi discepoli: il tema di oggi sembra essere quello dell’accoglienza, di quel “lasciar spazio” che è frutto di generosità e di apertura di cuore.

C’è un tema che, più sotterraneo, si intreccia con questo più in evidenza, ed è la questione della vita. Andiamo con ordine: il vangelo di questa domenica inizia con tre frasi perentorie di Gesù, che certamente avranno sconvolto i suoi ascoltatori.

Egli dichiara che chi ama i propri genitori, i propri figli e persino la propria vita non è degno di lui. Gesù avanza dunque la pretesa di essere superiore a questi elementi primari dell’esistenza di ciascuno. In fin dei conti, però, non è forse possibile riassumere questi tre elementi nel concetto di vita? I genitori donano la vita, ai figli si dà la vita…

Fermandoci sulla prima lettura, il tema diventa per certi versi il medesimo. Chi accoglie, chi decide nel suo cuore di optare per l’ospitalità, non compie forse una scelta relativa alla propria vita e, senza esagerare, alla propria sopravvivenza? Scriveva G. Lafont che un conto è accogliere o invitare qualcuno quando si è nell’abbondanza, un conto è dividere un pasto in un regime di carestia o in un campo di concentramento.

Perciò Gesù è tanto perentorio nelle sue richieste. Seguire Lui è una scelta esigente, che tocca le corde più intime delle nostre relazioni; significa avere quantomeno una consapevolezza iniziale che dire il nostro “eccomi” potrebbe significare perdere ciò che sembra darci o dare la vita. In fondo significa credere che Gesù sia la Vita, quella vera.

Chi possiede la Vita, o meglio si lascia possedere da essa, non ha più paura dell’altro: il prossimo non è colui che viene a prenderci qualcosa, il nemico principale da cui tenersi alla larga.

Jean-Paul Sartre scrisse: «L’inferno sono gli altri»; il vangelo ci dice che gli altri sono certamente la chiave per entrare nel Regno dei Cieli in cui tutti saremo un solo Corpo con Cristo.

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