Secondo incontro: “Il Segno della Croce”

Nuovo programma di catechismo: diario di bordo di un’apprendista catechista – Parrocchie 3.1 (parrocchie31.it)

Nuovo catechismo, il primo incontro: “La preghiera” – Parrocchie 3.1 (parrocchie31.it)

Il segno della Croce è come se fosse la chiave di una grande porta che collega il cuore dei bambini con il cuore di Dio: la preghiera principe per imparare a pregare.

È un segno che immerge personalmente e fisicamente nel mistero trinitario del battesimo e della croce. Nel mentre ci segniamo è tutta la Santissima Trinità che viene a toccarci nella mente e nel cuore.

Insegnate ai bambini a pregare, partendo dal segno della croce, la prima preghiera ... A me dà dolore quando trovo bambini che non sanno fare il segno della croce: insegnagli a fare bene il segno della croce, è la prima preghiera” – ha affermato papa Francesco.

Potrebbe essere una cosa buona, non insegnare a fare il segno della Croce come un gesto meccanico bensì facendoli meditare e scoprire ogni singola parola che accompagna ogni singolo gesto cercando di insegnare che nelle cose di Dio, ogni parola, ogni punto , ogni virgola ha un senso e un suo perché.

“Nel Nome”

Il nome indica l’identità di una persona, chi siamo, la parola con cui ci possono chiamare. Quando ci presentiamo usiamo dire “Io mi chiamo…” e quando gli altri ci devono chiamare perché si vogliono rivolgere proprio a noi, ci chiamano per nome dice “Paolo, Francesco…” .

Si potrebbe far fare esperienza del valore del nome e usare questa occasione perché tutti i membri del gruppo catechistico, insieme, diventino una piccola comunità chiamata ad innamorarsi di Gesù. Si potrebbe proporre qualche gioco che aiuti i bambini a conoscersi e ad imparare i nomi l’uno dell’altro.

Es. di gioco:

  1.  Se ci sono gli spazi si possono far mettere i bambini in cerchio (altrimenti semplicemente ognuno dal suo posto e seguendo l’ordine della fila) uno comincia a dire il suo nome, il secondo dice il suo nome e quello del bambino precedente, il terzo pronuncia il suo nome più quelli degli altri due e così via dicendo così alla fine il primo bambino dice il nome di tutti. E se qualcuno sbaglia si ricomincia daccapo.
  2. Prima dell’incontro, con un messaggio sul gruppo/broadcast  WhatsApp di catechismo si chiede di portare scritto su un quaderno una parola positiva e bella che faccia rima con il proprio nome. Alla data stabilità ognuno pronuncia il proprio nome e la parola che fa rima, si scrivono tutte su una lavagna/foglio e la filastrocca del gruppo con tutti i nomi.
  3. La ragnatela di presentazione: Il gruppo forma un cerchio e qualcuno si presenta dicendo il proprio nome abbinandolo ad un cibo o ad un’attività che preferisce. Chi parla tiene in mano un capo di un filo o nastro e passa la matassa ad un altro che continua il gioco. Dopo un po’ si forma un intreccio simile ad una ragnatela; metà del gruppo tiene i fili e la fa muovere, mentre l’altra metà del gruppo gioca dentro con sopra e sottopassaggi; alternarsi poi nel ruolo gruppo interno e gruppo esterno.

Dopo che tutti hanno imparato i nomi si può dire: “E così come voi avete imparato i nomi dei vostri compagni di viaggio del catechismo così passo passo siete chiamati a imparare a conoscere Dio che vi conosce e vi ama immensamente da sempre, prima ancora che foste concepiti. Dio chiama ciascuno di noi per nome, amandoci singolarmente, nella concretezza della nostra storia. Dio continua a pronunciare il nostro nome nel corso degli anni, facendo risuonare in mille modi la sua chiamata perché noi possiamo essere felici. È importante dunque il nome!”

E se ognuno di noi ha un nome così anche Dio si presenta “Nel nome….”

Del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo

Quando diciamo “Nel nome del Padre e del Figlio …” con le mani andiamo dalla testa al cuore.

Amare Dio con tutta la mente e con tutto il cuore. Che cosa significa e perché è importate amare Dio con tutto il cuore e con tutta mente?

Proviamo a rivolgere ai bambini questa domanda e poi basandoci anche sulle loro risposte, facciamo un esempio. Ipotizziamo che arrivano a catechismo due nuovi compagni: uno vi è subito simpatico perché sa fare le battute, è divertente, e vi piace stare con lui. L’altro sembra quasi antipatico. Con il primo dopo un po’ che lo conoscete vi stufate a starci insieme perché la simpatia del primo momento svanisce. Con il secondo invece vi accorgete che sa tantissime cose e quindi con il tempo cominciate ad avere sete di conoscere tutto ciò che lui sa però non vi suscita nessuna emozione.  Proviamo a immaginare che questi due compagni poi diventano amici e ognuno si arricchisce delle qualità dell’altro: e quanto è bello stare con tutti e due insieme. E così è con Dio: a Lui non vuole semplicemente che gli vogliamo bene ma vuole anche la nostra stima.

Se l’amassimo solo con la mente o solo con il cuore questo amore non sarebbe completo. Se amassimo Dio solo con la mente è come aver imparato una poesia che dopo un po’ dimentichi ma non ti appassiona e non è in grado di appassionarci.

Se amassimo Dio solo con il cuore dopo un po’ ci possiamo stancare e poi passare a cercare l’amore altrove: un innamorato che non conosce cosa pensa la fidanzata e quindi non cresce nell’amore ma anzi dopo un po’ finisce.

Si potrebbe fare a questo punto un piccolo cenno sulla santissima Trinità: il segno di croce è un interpellare la Trinità. Si può iniziare il discorso provando a chiedere ai bambini se hanno mai sentito questa parola, se sanno cosa significa o cosa si immaginano possa significare. Portarli piano piano piano a riflettere su “Dio è uno e trino (tre persone in una sola). Con il segno di croce noi chiamiamo per nome tutti e “Tre”, Padre Figlio e Spirito Santo

Usando le parole di Papa Francesco “C’è il Padre che è il Principio, è Colui che ha creato tutto.
Poi c’è il Figliolo, che è venuto fra di noi per portarci la salvezza. Ed in fine lo Spirito Santo che ci dona l’amore.”

Ma chi è lo Spirito Santo? Provare a fare questa domanda ai bambini

Nel gesto del segno di Croce quando poniamo la mano destra tra la spalla sinistra e la spalla destra è come se ci avvolgesse in un tenero abbraccio non solo noi ma anche il Padre e il Figlio che abbiamo posizionati idealmente e fisicamente nella nostra mente e nel nostro cuore. Lo Spirito Santo è il soffio, l’amore di Dio che ci raggiunge in ogni momento della nostra vita.

È l’amico da invocare ogni volta che si inizia l’incontro di catechismo insieme ai bambini.

Compito per casa: “Ogni sera fate un segno di croce sulla fronte dei tuoi cari e se volete fate anche una preghiera per loro (es. che Dio ti benedica e ti protegga)

E dopo la breve spiegazione: via all’attività!

Materiale occorrente:

  • fogli di cartoncino
  • cannucce
  • colori a tempera
  • bicchieri di acqua

Per questa divertente attività è necessario sciogliere un po’ di colore a tempera in un bicchiere di acqua, in modo da creare un colore molto diluito. Ad ogni bambino si consegna un foglio e una cannuccia, si fa poi gocciolare un po’ di colore diluito sul foglio e si chiede ai bambini di creare il proprio disegno soffiando il colore con l’aiuto della cannuccia.

Si potrebbe concludere l’incontro con questo canto da stampare se si hanno gli strumenti potrebbe essere anche proposto a modo di Karaoke altrimenti stampando le parole e trovare una base musicale dal telefonino.

Nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo (Rit)

Signore ti chiamo per nome, e ti invoco su di me (Rit)

Padre entra nella mia mente

E fa che io possa conoscerTi (Rit)

Figlio entra nel mio cuore e fa che io Ti possa amare sempre di più (Rit)

Spirito Santo avvolgi con la Tua rugiada d’amore tutto il mio essere (Rit)

Dopo l’incontro sul segno della croce, potrebbe essere carino iniziare ogni incontro successivo con il segno di croce con questa preghiera “Signore stai con noi in questo incontro, aiutaci a comprendere ed amare il tuo grande mistero. Vogliamo invitare in particolare il tuo Santo Spirito” e concludere con il segno della croce e con questa preghiera: “Santissima Trinità grazie per averci dedicato questo tempo. Aiutaci ad amarti sempre più”.

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