Oggi san Tommaso Apostolo

Auguri a tutti coloro che portano il nome di San Tommaso.

Santa Madre Chiesa oggi celebra la solennità di san Tommaso Apostolo, un contemporaneo di Gesù che incarna la giusta debolezza dell’uomo nel momento del dubbio. San Tommaso è colui che ci aiuta nel momento del dubbio e quando questi dubbi sono sciolti a dire con forza: “Mio Signore e mio Dio”.

Molto comune l’espressione: “Io sono come san Tommaso se non vedo non credo”

Alcune reliquie di san Tommaso si trovano a Ortona in provincia di Chieti.

(Dal sito del Vaticano)

Significa “gemello” il nome Tommaso in aramaico; inoltre il soprannome con cui era noto l’apostolo – Didimo – in greco ha lo stesso significato. Non sappiamo, però, se San Tommaso, forse pescatore e uno dei primi a lasciare tutto per seguire Gesù, avesse un fratello. Venerato come Santo da cattolici, ortodossi e copti, le sue spoglie si trovano nella chiesa di Ortona a lui dedicata.

La storia di Tommaso nel Vangelo

In genere quando si parla di San Tommaso si comincia dalla fine: da quando, cioè, dopo la Resurrezione, non essendo presente all’apparizione di Gesù agli apostoli, non crederà a quanto loro gli raccontano. Ma questo non deve far pensare che Tommaso sia un credente tiepido o, peggio, un peccatore. È solo un uomo la cui fede, profonda, è comunque messa a dura prova dalla vita e lui non lo nasconde: esprime i suoi dubbi, fa a Cristo le domande che gli occupano il cuore. Quando, ad esempio, Gesù vuole tornare a Betania dove è morto il suo amico Lazzaro e i discepoli hanno paura perché in Giudea il clima è tutt’altro che favorevole, è Tommaso a non avere dubbi, tanto da dire: “Andiamo a morire con lui”. Anche durante l’Ultima Cena, quando Cristo racconta di preparare un posto per ognuno nella Casa del Padre, Tommaso è disorientato, chiede al Signore dove va e come si può conoscere la via e allora Gesù risponde: “Io sono la Via, la Verità, la Vita”.

L’incredulità dell’apostolo: uno di noi

E arriviamo così al noto episodio dell’incredulità di Tommaso. Tutta la comunità degli apostoli è scossa dalla perdita di Gesù e dalla violenza della sua morte, ma Gesù è risorto e subito appare ai suoi per tranquillizzarli. Tommaso non c’è e al racconto degli altri non crede: forse per quella sua testardaggine innata, forse perché è dispiaciuto di non essere stato presente, ma esige di toccare con mano le ferite dei chiodi e quella del costato. È un uomo, in fondo. Gesù lo accontenta, tornando otto giorni dopo. Tommaso allora gli crederà subito, tanto da chiamarlo “Mio Signore e mio Dio”, come nessuno ancora aveva mai fatto. Gesù, infine, fa una promessa che è per tutta l’umanità, fino alla fine dei tempi: “Beati quelli che, pur non avendo visto, crederanno”.

La missione fino ai confini della Terra

Abbiamo capito che Tommaso non era molto istruito, ma di certo suppliva a questo con l’immenso amore che provava per Gesù. Secondo la tradizione, toccherà a lui evangelizzare la Siria e poi la città di Edessa, da cui si sposta per fondare la prima comunità cristiana di Babilonia, in Mesopotamia, dove rimane per sette anni, quando s’imbarca per l’India e da Muziris, dove c’è già una fiorente comunità ebraica che in poco tempo diventa cristiana, attraversa tutto il Paese fino ad arrivare in Cina, sempre e solo per amore del Vangelo. Tornato in India, qui trova la morte del martire, trafitto da una lancia nell’attuale Chennai, il 3 luglio del 72.

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