L’uomo saggio d’estate taglia la legna e d’inverno si fa installare un condizionatore!

(Commento al Vangelo di don Enzo Falasca)

Si può seguire Gesù quando il vento è contrario? Quando la fede è ostacolata, perseguitata, non capita? Nella scena di oggi c’è Pietro, c’è Gesù, c’è il vento contrario. Tutti e tre presenti sempre. Nessuno scompare, nemmeno per un attimo.

Pietro chiede a Gesù di camminare sulle acque e viene accontentato. Pietro è talmente rapito dalla fede che non sente il vento contrario. Non lo vede, non se ne cura. Perché quando ad un problema non ci pensi è come se quel problema non esistesse, è come se fosse sparito dalla tua vita.

Tutto è bello, tutto fila liscio, credere è fantastico. Ti senti invincibile. E dici: “Vivere con te Gesù è una cosa bellissima, non ti lascerò mai! Sei troppo bello e sento il cuore che trabocca di pace! Grazie Gesù che mi hai aiutato! Senza di te come avrei fatto! Tu veramente ci sei sempre e non mi lasci mai. Sei grande Gesù!”.

Ma poi, come è successo a Pietro, qualcosa va storto, ti fermi un attimo a pensare e ricominci a sentire il vento contrario. La gente non ti capisce, semini senza vedere frutti, cerchi grazia e trovi giustizia, preghi tanto ma le cose vanno comunque male. E dici: “Credere non serve a niente! È tutto tempo perso. Tanto lui non mi ascolta. Figurati, con tanta gente al mondo figurati se sta a pensare a me! Credo e mi prendono in giro. Parlo di Gesù e tutti ridono. Quando passo fanno finta di non vedermi… sembra che da quando vado a Messa e prego è come se avessi la lebbra! Ma perché per credere bisogna subire questo?”.

E ti assale la paura. Tutta quella sicurezza di prima sparisce e affondi, vai giù. Sperimenti che il vento contrario non se n’era andato: eri tu che non lo sentivi e ora che gli dai retta sembra che sia ancora più forte di prima.

Non ti rimane che gridare a Gesù! Lui ti riprende, ti afferra, non ti fa affondare e si ricomincia.

Per capire cosa?

Che non c’è vita in Cristo senza vento contrario e non c’è vento contrario più forte della mano di Cristo posata sulla tua vita.

Sant’Ignazio di Loyola usa due immagini suggestive: desolazione e consolazione. E siccome la vita di fede le conosce entrambe, lui ci suggerisce una strategia interessante: “Chi sta nella consolazione pensi come si troverà nella desolazione che dopo verrà e attinga nuove forze per allora. Chi sta nella desolazione pensi che il Signore anche se gli ha sottratto il fervore e l’amore gli ha lasciato la grazia sufficiente per la salvezza e pensi che sarà presto consolato di nuovo”.

Insomma: d’estate taglia la legna per il camino, d’inverno installa un condizionatore. Perché né il caldo, né il freddo ti sorprendano e ti facciano stare male.

Quando in comunità tutto è bello non idealizzare ma chiedi la misericordia che ti sarà necessaria quando dovrai perdonare, la pazienza per quando dovrai sopportare. Quando invece la comunità ti fa soffrire pensa che ti è rimasta la grazia necessaria per non mollare, pensa che in quella comunità c’è Gesù che calma il vento contrario.

Ricevi l’Eucaristia quando sei nella gioia e prega per chi oggi sta soffrendo. Ricevi l’Eucaristia quando soffri sapendo che c’è chi sta pregando per te e trova consolazione nel fatto che Gesù ti sta prendendo per mano.

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