La bancarella dell’orologiaio di mastro Peppe
Nei ricordi della mia infanzia c’è mastro Giuseppe Nero. Aggiustava orologi, in una bancarella del mercato del giovedì e nelle tre fiere del paese. Se si trattava di un guasto che non richiedeva tempo, lo aggiustava al momento altrimenti se lo riportava e lo riconsegnava il giovedì successivo.
In altri tempi, era doveroso aggiustare un orologio, perché rappresentava il ricordo della persona cara che lo regalava in particolari occasioni, la comunione, una promozione scolastica, un diciottesimo, o regalati dai genitori degli sposi in occasione di un fidanzamento. Giuseppe Nero era ed è uno di quelli che compie il “miracolo” di riparare quel misterioso oggetto.
Giuseppe è un uomo di successo, che ha diretto la sua vita secondo un’ispirazione avuta a soli quindici anni: la passione per un piccolo oggetto, che con i suoi straordinari piccoli ingranaggi, ha il potere di segnare il trascorrere del tempo. Quando gli ho chiesto di raccontarmi la sua storia, i suoi occhi e il suo volto si sono illuminati, lasciando trasparire quell’emozione di una persona straordinaria, capace di impegnarsi al massimo per realizzare un obiettivo e allo stesso tempo, sa vivere in pienezza ogni emozione che la vita gli riserva.
È nato a Palmoli il 17 settembre del 1948. Il suo papà Giovanni era appassionato di orologi e un po’ da autodidatta, un po’ con le lezioni di un mastro orologiaio di Carunchio, aveva appreso l’arte di aggiustare gli orologi.
Per diversi anni aggiustava orologi con una bancarella nei mercati settimanali dei vari paesi del circondario.
In questo continuo peregrinare si portava anche il figlio Giuseppe. Ogni mattina prendevano l’autobus, posizionavano la loro bancarella e aggiustavano i pochi orologi che stavano in giro. Giuseppe era un semplice ragazzino, che a volte invidiava i suoi coetanei che giocavano a pallone o scarrozzavano in bicicletta. Col tempo ha imparato anche lui ad amare quei misteriosi ingranaggi misuratori del tempo.
Quando a San Salvo, il mercato si faceva tra la Porta della Terre e via Madonna delle Grazie la posizione della loro bancarella era dove ora si trova lo studio del dottor Malatesta. Quando cominciarono a vedersi più soldi in giro, la bancarella cominciò a riparare e vendere anche orologi di qualità. Quando il mercato si trasferì nell’attuale piazza Vitale Artese, c’erano anche altre due bancarelle che vendevano orologi.
Giuseppe a quindici anni ha cominciato a maturare un sogno: aprire due negozi, uno a Palmoli, suo paese natio e uno a San Salvo, paese in cui vedeva delle nuove prospettive economiche.
A soli diciassette anni, si è staccato dal padre per avere una bancarella tutta sua. Girava tutti i mercati della zona per aggiustare e vendere orologi.
All’inizio, anche lui viaggiava con l’autobus e poi nel 1967 si è comprato, con tanti sacrifici, una vecchia 600 bianca con 60.000 lire.
Il 1968, è stato l’anno in cui la sua vita ha avuto svolte umane e professionali. Ha preso moglie, ha aperto un negozio a Palmoli. Tutti gli avevano detto che era un pazzo ad aprire un negozio quando i soldi non giravano per niente. Mentre Giuseppe andava per i vari mercati. La moglie dirigeva il negozio di Palmoli e prendeva in carico gli orologi da far aggiustare. Nel 1975 c’erano più orologi in giro e l’attività e i figli richiedevano un maggior impegno e così fece una selezione dei mercati, andava solo a quelli più importanti: San Salvo, Trivento, Torrebruna e Roccavivara.
Negli anni ’80 gli orologi meccanici sono stati affiancati da quelli al quarzo che avevano dei meccanismi completamente diversi. Per imparare ad aggiustare anche questi orologi, nel 1984 è andato a fare un corso in Svizzera.
Sul finire degli anni ’80, aveva sentito una voce che diceva che il mercato si sarebbe spostato alla 167 e così si è comprato un locale in piazza Alcide De Gasperi. E così nel 1990 ha finito di realizzare il suo sogno da quindicenne: ha aperto il negozio anche a San Salvo. All’inizio apriva solo il giovedì (giorno di mercato) e il sabato. Dal 1995, quando i figli avevano l’età giusta per dare una mano nei due negozi, ha lasciato il mercato e ha ampliato la categoria merceologica del negozio, non più solo orologeria ma anche oreficeria.