Il ricordo di “Peppino la guardia” in una foto

Il nome e il volto sono sono quasi l’estrema sintesi di ciascuno di noi, quasi fossero degli aspetti oggettivi che ci identificano soprattutto con gli altri. Eppure dietro questi due semplicissimi, quasi insignificanti elementi c’è un intero universo di bellezza, a volte sconosciuta dallo stesso detentore di quel nome e quel volto. Se così non fosse Dio, probabilmente, non si sarebbe “infastidito” a incarnarsi e a dare la vita per ognuno di noi!

Il 2 luglio è venuto a mancare Giuseppe Di Stefano, un uomo che per San Salvo ha rappresentato per lungo tempo una vera e propria istituzione. Lo intervistai in prossimità del 2 giugno 2019 perché Osvaldo Menna mi aveva proposto di scrivere un articolo su di lui per la sua nomina di Cavaliere della Repubblica. E quando c’è chi mi chiede di intervistare qualcuno sono onorata di farlo perché mi dà l’occasione di raccontare la bellezza che c’è in ogni essere umano. Purtroppo non ho competenze fotografiche ma mi piace cercare di cogliere gli istanti in cui è l’essere umano che parla. Gli feci molte foto volevo una in cui sorrideva e lui, come mi capita spesso, mi disse: “Ma io non so sorridere”. Riuscii a trovare le parole giuste per strappargli quel sorriso sincero che partisse dal cuore e capace di rivelare tutta la meraviglia che stava dentro di lui. E pensare che aveva spesso un aspetto burbero!

Una frase mi colpì: “Quando lavoravo come Capo della Polizia Municipale avevo a cuore di portare l’armonia tra i colleghi”.

Tra le tante foto fatte in quel giorno (molte sono a coppia in una era serio e in una sembra che sia stato applicato un filtro), quella in copertina è quella che mi fa pensare alla serenità che sta vivendo oggi nel contemplare il volto di Dio.

Qui di seguito riporto l’articolo del mio amico giornalista Michele Molino su di lui

Giuseppe Di Stefano poeta ed ex comandante dei vigili di San Salvo ci ha lasciati. Ha scritto 2000 poesie.

Giuseppe Di Stefano è nato a Cupello, ma viveva a San Salvo da più di 60 anni. Nel 1967 ha messo da parte gli attrezzi di falegname (pialla, sega, scalpello, raspa) e si è trasferito a San Salvo. E’ diventato vigile urbano, poi comandante. Uomo di grande bontà d’animo, sempre ligio al dovere. E’ stato collocato in pensione con il massimo degli anni di onorato servizio. Ha dedicato il suo tempo al lavoro di liutaio per la costruzione di chitarre, mandolini e violini. Bravo poeta. Ha composto circa duemila poesie in dialetto e in lingua italiana. Nel 2019 gli è stata conferita l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica.”

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