“Il cristiano è chiamato a coltivare bene il terreno nell’oggi della propria realtà”

(Commento al Vangelo di don Gianluca Bracalante) 

«Sono certo che Dio ha scoperto me, ma non sono certo se io ho scoperto Dio. La fede è un dono, ma è allo stesso tempo una conquista».

Questa frase di padre Turoldo ci pone nel centro del  Vangelo di questa domenica che ci fa riflettere sul nesso tra fede e libertà. La Parola di Dio ci fa capire, come sempre, che la fede è fare esperienza dell’Amore di Dio, se non c’è questo il seme non cresce e tutto si trasformerà in questione di riti o tradizioni da ripetere in modo sterile ma che non sanno più parlare al cuore dell’uomo oppure si trasformerà nella religione dei “fondamentalismi” dove la tentazione di bruciare sul rogo chi non la pensa come noi è sempre in agguato come la richiesta di Giacomo e Giovanni “Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?”. 

Anche oggi, in questa domenica, Gesù passa nel nostro villaggio globale che come quello dei samaritani è composto da un misto di religiosità e paganesimo e ci chiede di seguirlo, ci propone la libertà, quella vera, quella che non crea dipendenze mortali ma ci rende eternamente liberi e felici. Dal Vangelo emergono tre dimensioni del credere: Chi è il credente? È un uomo libero dai beni materiali, che sa che nulla gli appartiene e nulla deve possedere, consapevole che non c’è niente di sicuro né di accomodante per i propri bisogni “le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo”. Il credente è colui che non mette nessuno davanti a Dio “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio”. Il credente è l’uomo dell’oggi “nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio”  Il cristiano è chiamato non a rifugiarsi in un passato che non tornerà mai ma a coltivare bene il terreno nell’oggi della propria realtà per aprire il cuore  alla speranza di un futuro in Dio. Solo così la fede non sarà la “simia Dei” (la «scimmiottatura di Dio)  ma libertà, ricerca, adesione, luce, serenità, scelta positiva, pace dell’anima. 

«Fede non è sapere/ che l’altro esiste/ è vivere/ dentro di lui/ calore/ nelle sue vene/ sogno/ nei suoi pensieri./ Qui aggirarsi/ dormendo/ in lui destarsi»

Don Gianluca Bracalante 

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