Idee catechismo: un’icona puzzle per l’Avvento

Anche se si cammina con Cristo da 10, 20, 30… anni, il catechismo è la più bella occasione per crescere nell’amore del Dio vivente e al contempo dare un piccolissimo contributo per far crescere nelle giovani generazioni il desiderio di Dio. In un corso per catechisti ed educatori, Gigi De Palo ha detto durante un corso per catechisti ed educatori, ha suggerito: “Anche se avete tantissimi anni di esperienza, non improvvisate mai un incontro di catechismo ma preparatelo e invocate lo Spirito Santo nella fase dello studio e prima dell’incontro“.

Si avvicina una delle feste più amate dalla maggior parte dei bambini: Natale, il tempo giusto per cercare di farli innamorare di Gesù.

Infiniti possono essere gli argomenti e gli strumenti per far passare il messaggio del Natale non come una piccola storia mielosa ma come la nascita di un uomo che ha rivoluzionato il mondo.

Si può presentare l’Avvento come il tempo dei preparativi per una grande festa. “Anche quando dovevate nascere voi, i vostri genitori si sono preoccupati di comprarvi dei vestitini, prepararvi una cameretta, una stanza, una culla e simili. E anche se ancora sapevano come eravate fatti i loro cuori erano pieni di gioia proprio perché non vedevano l’ora di conoscervi.” E con questo stesso spirito di festa e di attesa è il tempo dell’Avvento che inizierà domenica 28 novembre e finirà il giorno della Vigilia di Natale: le quattro settimane, che separano dal Natale alla nascita di Gesù Bambino.

L’Avvento è scandito da quattro domeniche che solitamente vengono rappresentate nella corona dell’Avvento, fatta con una ghirlanda con 4 candele. I colori che caratterizzano la Chiesa in questo periodo sono il viola e il rosa. Il viola è rappresentato il colore della speranza, il colore che caratterizza anche il cielo quando si passa dal blu della notte ai colori del giorno. I nomi tradizionali delle domeniche di Avvento sono tratti dalle prime parole dell’Antifona di ingresso alla Messa. La prima domenica è detta del Ad te levavi («A te elevo», Salmo 25); la seconda domenica è chiamata del Populus Sion («Popolo di Sion», Isaia 30,19.30); la terza domenica è quella del Gaudete («Rallegratevi», Filippesi 4,4.5); la quarta domenica è quella del Rorate («Stillate», Isaia 45,8).

Affinché i bambini possano maturare il gusto e la bellezza del leggere la Parola di Dio si potrebbe invitarli a cercare i passi sulla bibbia anche sotto forma di gioco e far leggere un versetto del passo.

Una idea alternativa alla corona dell’Avvento potrebbe essere quella di far realizzare ai bambini un’icona puzzle con un’immagine sulla natività, tagliata in quattro pezzi e poi ricomposta su una tavoletta di legno multistrato o un cartoncino. In ogni incontro si incolla un pezzo del puzzle. Nell’ultima settimana l’ultimo pezzo mancante completerà un lavoretto sul cui retro si potranno scrivere i nomi delle catechiste ed i nomi dei compagni di viaggio di catechismo.

Ogni settimana oltre a far attaccare il pezzo del puzzle si potrebbe dare una brevissima spiegazione/invito delle prime parole delle antifone d’ingresso e dare, a questi 5 massimo 10 minuti, un’impronta di un momento ludico.

PRIMA SETTIMANA: Ad te levavi («A te elevo»)

Salmi 25 (Richiesta di protezione, guida e perdono)
1 A te, o Eterno, io elevo l’anima mia. 2 O DIO mio, in te confido;

Potrebbe essere carino instaurare con i bambini un brevissimo dialogo e chiedere a loro cosa significano queste poche parole e invitarli ad affidarsi a Dio a pregare con queste parole ogni giorno e/o quando stanno vivendo un momento particolare di difficoltà anche nelle piccole cose che sembrano difficili.

Si potrebbe dare come compito della settimana di pregare con il Salmo 25, 1 ogni giorno.

SECONDA SETTIMANA: Populus Sion («Popolo di Sion»)

Isaia 30,19: Popolo di Sion che abiti in Gerusalemme,……

Si potrebbe far riflettere i bambini sulla parola “Popolo di Dio…”. Noi non viviamo distanti da tutti (solo pochissime persone scelgono di vivere isolati dal mondo, es. eremiti) ma viviamo sempre insieme agli altri. Oltre alla nostra famiglia con cui condividiamo casa, cibo, affetto e tantissimo altro, noi viviamo insieme agli altri a scuola, in città, in una nazione… (il popolo degli studenti, degli abitanti di …, ). E il Signore non solo ci ama immensamente come singoli ma anche come suo popolo come se fossimo una grandissima famiglia.

TERZA SETTIMANA: Gaudete («Rallegratevi»)

Filippesi 4,4-5: 4 Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi. 5 La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino!

noi crediamo in un Dio che ci ama e se è questo è vero noi sappiamo che come il miglior papà al mondo ci vuole felici. Con questo passo è come se Dio ci dicesse “Siate felici perché io sono sempre con voi”. E se è Dio, che è Dio è l’Onnipotente, è con noi abbiamo sempre motivo di gioire sempre. E questo no significa che le cose vanno sempre bene ma più semplicemente che questo meraviglioso papà è con noi anche quando siamo tristi o ci succede qualcosa. E in quei momenti sapere che c’è qualcuno che ti comprende ed è con e per te aiuta ad affrontare ogni cosa. Il passo ci invita anche ad essere affabili. “Sapete che cosa significa la parola affabile?”…..In sostanza “Siate gentili con tutti. Pensate a quanto è bella quella persona che voi conoscete e vi sorride sempre. Non vi riempie il cuore di gioia nell’incontrarla?”

QUARTA SETTIMANA: Rorate («Stillate»)

Isaia 45,8 “Stillate, cieli, dall’alto e le nubi facciano piovere la giustizia; si apra la terra e produca la salvezza e germogli insieme la giustizia. Io, il Signore, ho creato tutto questo”.

(Da Qumran)

Dalla Parola del giorno

Stillate, cieli, dall’alto e le nubi facciano piovere la giustizia; si apra la terra e produca la salvezza e germogli insieme la giustizia.

Come vivere questa Parola?

Com’è bella questa parola di Isaia che profetizza e invoca il mistero dell’Incarnazione! Questo “stillare” dal cielo che è proprio della rugiada e della pioggia fecondante esprime con efficacia la verità su cui è consolante soffermarci. Dio, l’Altissimo, l’Onnipotente non è venuto e non viene tra i suoi con segni altisonanti, con manifestazioni spettacolari. La sua venuta ha la discrezione della rugiada e delle piogge primaverili e, insieme, la penetrazione benefica del suo impregnare silenziosamente la terra, del suo fecondarla. “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo” (Lc 1,35). Così è stato di Maria. “Si apra la terra” ha detto ancora Isaia. E, in effetti, Maria è stata questa terra buona che si è aperta al mistero del Dio che viene e, consegnandogli tutta se stessa, ha cooperato al grande evento. Attraverso di lei, è “germogliato” il Signore-Salvezza, il Signore-Giustizia.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, ripeto più volte la splendida invocazione d’Isaia. Poi, in preghiera, dilato il mio cuore alla gioia del vangelo odierno, dove Gesù stesso palesa gli effetti dell’Incarnazione: i ciechi vedono, gli zoppi camminano, i sordi odono, dov’era morte è vita nuova e lieta notizia per i poveri.

Signore, ti prego, fa’ che la terra del mio cuore, della mia vita si apra a te che vieni. Sì, fa’ che mi spalanchi, senza chiusure di sorta. Aumenta la mia fede nel tuo silenzioso e discreto operare salvezza dentro la mia storia e in quella dei miei fratelli.

La voce di un Dottore della Chiesa

Insegnami, Signore, a cercarti, e mostrati quando ti cerco. Non posso cercarti se tu non mi insegni, né trovarti se non mi ti mostri. Che io ti cerchi desiderandoti e ti desideri cercandoti; che io ti trovi amandoti e ti ami trovandoti.
S. Anselmo d’Aosta

Non vi sembra una di quelle poesie che vi fanno studiare le maestre a scuola?

(Da Casa di Preghiera San Biagio FMA: Il tono è poetico. Si sente che il cuore del profeta intravede l’operato di Dio che sta per realizzare salvezza ed Egli stesso ne gioisce. Mentre si avvicina il Natale che ravviva in noi la fede in Gesù, sappiamo che Egli è entrato nella storia anche attraverso canali e strade inaspettate. Bene, più del potente Ciro, l’Onnipotente Signore della storia entra nel mondo con il vagito di un neonato.
Non lo accoglie una reggia, ma una mangiatoia e una grotta. Signore, fa’ che io non mi abitui all’evento sempre nuovo del Natale, che non lo banalizzi con scelte dettate dal consumismo. Stillino anche su di me tuoi cieli dall’Alto e io possa ravvivare la fede nella certezza che Lui ha talmente amato il mondo da scegliere di “farsi debolezza e povertà assoluta” perché in me risplenda la forza la ricchezza la nobiltà dell’essere figlio/figlia di Dio in Gesù Salvezza.)

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