“Come si può chiedere il perdono divino, conservando risentimento verso gli altri?”

(Commento al Vangelo di don Erminio Di Paolo)

Nella Bibbia, la confessione del peccato e della misericordia divina e l’intercessione e il ringraziamento vanno sempre insieme. I salmi lo attestano abbondantemente. Quando il salmista si rivolge a Dio per esprimere la propria riconoscenza, evocando i benefici già ricevuti, chiedendogli di ripeterli o invocandone l’aiuto nelle proprie necessità, si presenta sempre davanti al Signore cominciando con il riconoscersi peccatore. Ma non assume l’atteggiamento del peccatore schiacciato dal peso delle proprie colpe e tutto tremante sotto lo sguardo accusatore di un padrone corrucciato. Infatti, il peccato è un atto di ingratitudine nei riguardi di qualcuno, il cui amore ferito resta intatto e che è sempre pronto a perdonare chiunque si rivolga alla sua infinita tenerezza.

La ripetuta esperienza di questa costante condotta di Dio implica il dovere di perdonare allo stesso modo i torti che ci vengono inflitti dagli altri.“Il rancore e l’ira sono un abominio“. Come si potrebbe infatti chiedere e ottenere il perdono divino, conservando nel proprio cuore il risentimento verso gli altri? Sarebbe un escludersi da soli dall’alleanza, dall’amicizia divina. Quale orrore agli occhi di Dio e degli uomini!

Gesù ha ricordato che i due comandamenti dell’amore di Dio e del prossimo hanno assolutamente la stessa importanza. La legge detta del “taglione” mirava a vietare le rappresaglie le vendette, le punizioni sproporzionate rispetto al crimine commesso e al danno causato. Gesù si spinge molto al di là: prescrive di amare anche i propri nemici, di pregare per loro. I cristiani, debitori insolventi ai quali Dio rimetti i debiti, devono perdonare continuamente e definitivamente: “settanta volte sette”.

Da questo dipende la verità della loro appartenenza a Cristo, cui si richiamano, del culto che celebrano, della loro preghiera e, infine, della loro giustizia davanti a Dio. Lo Spirito, che fa di loro una comunità di figli del Padre della misericordia, soccorra la loro debolezza! Allora, potranno dire con piena fiducia,ogni giorno e al momento di ricevere l’Eucarestia, la preghiera che Gesù ha insegnato loro: ” Padre nostro, rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori!”.

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