Alla scoperta della dimensione cittadina per evangelizzare

Partiamo da due domande qual è l’impatto emotivo che si ha quando si incontra una persona tutti i giorni o semplicemente al supermercato, medico e in altri luoghi cittadini e quella che si vede in tv, sui social e simili. Se da una parte è vero che nessuno è profeta in patria, è pur vero che c’è una buona probabilità che una persona che incontri nella tua città può sembrare più prossima alla tua realtà.

Lo Spirito Santo dopo l’Azione Cattolica ha suscitato diversi movimenti ecclesiali nel mondo di Santa Madre Chiesa, ciascuno con uno specifico carisma. Provando ed entrare anche solo sulla “soglia della porta” di ciascun movimento, ci si accorge che tutti insieme formano i pezzi di un unico puzzle. Purtroppo se non tutti, la maggior parte ha la tendenza descritta da san Paolo nella prima lettera ai Corinzi 1, 12nel dire: ‘Io sono di Paolo’; un altro: ‘Io di Apollo’; un terzo sostiene: ‘Io sono di Pietro’; e un quarto afferma: ‘Io sono di Cristo’. 13Ma Cristo non può essere diviso!…”

E ciascuno tende a vivere, ciascuno nel proprio “guscio” i diversi ambiti (famiglia, giovani, evangelizzazione e simili) che rischiano di essere dei circoli viziosi in cui ci si ritrova ad essere sempre gli stessi.

La società sempre più liquida e le chiese che si stanno svuotando di giovani e bambini, esigono un cambio di mentalità: unire le forze e cominciare a divenire comunità di Cristo che annuncia nella realtà local più prossima, città/paese. Non tutti i membri di Azione Cattolica, Rinnovamento, Focolarini e simili che si ritrovano ad esempio a parlare ad esempio di famiglia in ambito diocesano, regionale e/o nazionale con persone che la pensano allo stesso modo perché aderenti allo stesso movimento bensì parlare di famiglia, insieme agli altri movimenti, nella propria città e cercare di arrivare anche a chi in chiesa non usa metterci piede.

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