Una fede incarnata in famiglia

Rubrica a cura di don Giovanni Boezzi delegato dai sacerdoti della Zona Pastorale di Vasto per la Famiglia

Carissimi, varie sono le domande che si pongono. Anzitutto cosa si intende per fede? E poi è ancora attuale oggi? Che senso ha credere?

Fede, anzitutto, è uno sguardo che va al di là di quello che vedi, che tocchi, che sperimenti… La fede ti offre una visione di Cristo. Lì dove l’intelligenza vede un fenomeno, la fede coglie una trama d’amore al di là dell’umano potere. La fede è il trapianto, per dir così, degli occhi di Cristo per cui si vede tutto come Lui vede e che coglie in un disegno d’amore unico Dio, l’uomo e l’universo. Certo, dobbiamo riconoscere che spesso i credenti hanno ridotto la fede alla «pappina sentimentale» come diceva K. Marx. La fede autentica non è smidollata, come non è folklore, non è ansiolitico, non è paracadute da usare in caso di pericolo, al contrario, la fede è fondamentale perché dà senso alla vita, risponde in maniera pienamente umana agli eterni quesiti dell’esistenza.

La fede, è una proposta di vita: «Sono venuto a portare la vita e a portarla in sovrabbondanza» ha dichiarato Gesù. E tale vita è l’esistenza in pienezza che è la partecipazione di comunione con Lui che è la vita: «Io sono la vita» (Gv 11,6). Ed è altresì una proposta di amore. È la conseguenza della precedente. Infatti la vita è pienezza d’essere. Ora questa coincide con l’amore: «Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi» (Gv 13,34).

La fede è dono di Dio, sì. Ma come ogni suo dono, va alimentato costantemente. È un seme che va fatto crescere con la Parola approfondita, con la preghiera costante e con l’atmosfera giusta. La prima di questa atmosfera è appunto la famiglia. Tutti oggi parlano di crisi della famiglia. È dovuta a molteplici motivi, da quella dell’instabilità dei sentimenti a quella dell’incomunicabilità, a quella delle preoccupazioni economiche. E tuttavia, la famiglia resta la piena, insostituibile maestra di fede.

Tanti di noi possono testimoniare che hanno respirato in casa un clima propizio alla crescita della fede. E questo a cominciare dalla testimonianza dei propri genitori, i tempi sono indubbiamente cambiati, e quindi anche le modalità trasmissive della fede. Ma l’essenziale va trasmesso alle generazioni nuove che sono chiamati ad affrontare tempi difficili che si profilano all’orizzonte per la comunicazione efficace dei valori di base.

Una cosa resta certa, che quando i genitori restano genitori non solo della vita fisica ma anche di quella spirituale, i semi restano. E possono affrontare le tempeste di un mondo estraneo ai valori e al fondamento dei valori che è la fede, ma poi col tempo arrivano a compimento. Ma i semi vanno irrorati con la pazienza, con la preghiera, con la testimonianza credibile. La famiglia resta sempre la palestra della fede, prima ancora di altre realtà ecclesiali perché – se si mantiene fedele al suo Signore – è la prima scuola di preghiera, di sacrificio, di servizio, di amore generoso.

E tutto questo contagia altre famiglie, magari un po’ tiepide, o che vanno perdendo la speranza del rilancio. Il futuro passa attraverso la famiglia. Le mani che dondolano una culla – ci dice William Ross Wallace – sono le mani che muovono il mondo.

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