“Sono una mamma non sono una santa”: Coronavirus, occasione per godersi i figli

Eccoci al secondo appuntamento con la rubrica “Sono una mamma non sono una santa”. L’avevo pensata rispettando una sorta di tabella di marcia quasi cronologica. Ma il Coronavirus è l’elemento “sorpresa” che mi spinge a cambiare programma.

Paradossalmente rispetto alla mia storia personale, per natura sono una donna, moglie e mamma che generalemente cerca sempre di trovare il lato positivo anche in situazioni che per i più sono negative.   Molto probabilmente questo mio modo di essere lo devo a mia mamma che in ogni circostanza, soprattutto nelle più disperate, ci diceva: “ A tutto c’è una soluzione tranne che alla morte”. E se si ha la grazia di avere fede, anche alla morte c’è la soluzione: vivere per l’eternità al cospetto di Colui chè l’Amore.

E questo mio modo di concepire il mondo fa sì che sono una di quelle mamme che appartiene a quella categoria che se ci sono situazioni in cui i figli non vanno a scuola (esempio neve o oggi coronavirus) sono felici perchè considera quel tempo come un tempo bello da dedicare alla famiglia. Soprattutto quando erano tutti e quattro piccoli quei giorni diventavano quelli giusti per vivere il “tempo” insieme a loro e in un clima bello fatto di semplicità, tenerezza anche perché liberi da tutti quegli impegni extrascolastici . Acquerelli, tempere, inventare storie, impastare dolci e/o pizze, vedere insieme un cartone o un film erano i principali passatempi di quei giorni.  

In questi giorni di Coronavirus rispetto a questa immagine c’è una variabile (incubo e/o priorità di noi mamme) non secondaria e talvolta pressante: i compiti online! Un pomeriggio intero a cercare di dimenarsi nei quattro mondi di didattica digitale tra i diecimila messaggi dei gruppi classe di whatsapp dei genitori, connessioni, password, cambio di piattaforme su cui devono lavorare i ragazzi, l’effetto novità sia per i docenti che per gli alunni e i genitori, eccetera eccetera…! Già un gruppo whatsapp spesso (ma grazie a Dio non sempre) è tutto un dire, figuriamoci in una circostanza tipo questa. Forse proprio perchè ho quattro figli considero il gruppo whatsapp uno strumento molto utile se tutti, o almeno la maggiorparte ne fanno un buon uso ed evitare quei messaggi non necessariamente utili e preferire eventualmente talora una conversazione privata per non far passare in secondo piano quei messaggi davvero importanti che devi poi andare a spulciare tra i miliardi di messaggi.

I primi due figli si gestiscono da soli i due più piccoli hanno ancora bisogno di un’aiuto. Oggi ho traslato anche a questa circostanza la tecnica del più grande che aiuta il più piccolo. Efficace per diversi punti di vista e di cui tutti traggono vantaggi primo tra tutti farli crescere nella cultura dell’aiuto del più debole.

Da mamma ho l’impressione che si vuole utilizzare una didattica tradizionale con degli strumenti non adatti e per la quale la scuola stessa è stata presa di sprovvista e non è ancora attrezzata. La cosa più semplice per tutti in questa fase sono i compiti assegnati direttamente sul registro elettronico o tramite mail. Questa potrebbe l’occasione giusta per spronare gli studenti in un’altra logica di studio. Da mamma vivo le stesse perplessità e difficoltà di tutte le altre mamme sulla didattica a distanza. Tenendo ferme le competenze da acquisire e considerando che spesso i bambini e i ragazzi di oggi, soprattutto in circostanze tipo queste, già di loro stanno inchiodati  su smarthphone, computer, playstation e simili non si può pensare a una didattica innovativa che riesca a coinvolgerli di più emotivamente?

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