Quando la tradizione arriva al cuore

Oggi stiamo vivendo un presente senza precedenti che un giorno diventerà storia per i nostri posteri. Un microscopico virus ha rivoluzionato letteralmente la nostra quotidianità catapultandoci in un mondo dove ridiventa importante ciò che lo è davvero e costringe tutti, e a prescindere dallo stato economico-sociale e culturale, a vivere secondo lo stile dell’essenzialità.

In questo universo sono stati catapultati anche Santa Madre Chiesa e e i suoi fedeli. Un fumetto che gira sui social riporta un ipotetico dialogo tra il Diavolo che dice a Dio “Con il Covid 19 ti ho chiuso le chiese” e Dio che risponde: “Al contrario ne ho aperta una in ogni casa“. Per vedere se c’è un briciolo di verità non serve neanche andare troppo lontano e guardare ciò che sta succedendo nella nostra città.

A San Salvo tutti e quattro i sacerdoti (don Raimondo Artese, don Mario Pagan, don Beniamino Di Renzo e don Vincenzo Pagan) si sono rimboccati le maniche e si sono rimessi in discussione per continuare a far sentire la loro vicinanza e il senso della comunità ai propri fedeli, ciascuno secondo i propri carismi, il proprio stile e la propria creatività.

E non solo i sacerdoti ma anche gli educatori di Azione Cattolica, degli Scout e le catechiste continuano a escogitare tecniche e metodologie per utilizzare al meglio gli strumenti di comunicazione sociale al fine di alimentare e tenere vivo il senso della loro esistenza.

Quest’anno per la prima volta in assoluto nella storia di questa città i parroci hanno scelto di celebrare insieme il triduo Pasquale, donando profumo di Chiesa bella, santa, universale e costellata dalle diversità e dai carismi di ciascuno.

E anche il 18 aprile è diventato un giorno di festa, forse ancora più sentito di quello degli altri anni. Anche i non credenti e coloro che abitano altrove hanno sentito il desiderio di mantenere viva questa tradizione Sono giunti post sui social non solo da San Salvo ma anche da Canada e Inghilterra e persino da un musulmano. Una tradizione rinnovata e vissuta in famiglia coinvolgendo anche i più piccoliUno dei tanti commenti positivi della giornata affermava:

Tantissimi sansalvesi hanno accolto l’invito di Don Raimondo a preparare le sagnitelle e i taralli in ogni casa, poiché quest’anno a causa del coronavirus non abbiamo potuto rispettare la tradizione. Secondo me si è sentita ancora più forte la voglia di partecipare e di dare vita a questa bellissima tradizione, in onore del nostro Patrono San Vitale Martire“.

E anche per i taralli (altra tradizione legata al culto del patrono San Vitale del 28 aprile) già c’è nell’aria un profumo di cose buone e sante e per sentirlo basta leggere il post di Sonia Granatello:

Volevo avvisare a tutti i miei amici di Facebook che siccome a causa del coronavirus non si possono fare i taralli di San Vitale noi del panificio Granatello Tina Granatello abbiamo pensato di farli noi e di donarli a chiunque voglia venire a prenderli in onore di San Vitale martire da mercoledì 22 aprile 23 e24 aprile di mattina perché pomeriggio il panificio è chiuso vi abbracciamo tutti e andrà tutto bene❤🌈🌈🌈🌈🌈”

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