La sfida che Gesù lancia giorno per giorno è quella della fraternità

(Commento al Vangelo di don Andrea Manzone)

Il vangelo di questa domenica, di per sé molto breve, ci richiama ad una dimensione fondamentale della fede: la fratellanza. Parliamo di una parola usata e spesso abusata, per cui va necessariamente “lavata” nell’acqua del vangelo.

“Se un tuo fratello…”, non una persona qualsiasi ma un fratello.

I fratelli, come ci insegna l’esperienza, non si scelgono, si trovano. La fratellanza dunque è una missione che parte già in salita; lo testimoniano d’altronde le Scritture sacre (si pensi a Caino e Abele) ma anche i racconti mitologici (Romolo e Remo), che spesso fanno finire nel sangue le storie tra fratelli.

Parliamo dunque di un fratello che commette una colpa contro di me (questo vangelo non contempla il “viceversa”), una colpa che attenta a questa fraternità.

Perciò qui non si tratta delle scaramucce che accadono quotidianamente per via del carattere o dei normali fatti della vita, ma di qualcosa che attenta alla rete essenziale delle relazioni ecclesiali, il sentirci tutti figli di un solo Padre, e pertanto fratelli.

Ricorrendo alla sapienza biblica, Gesù chiede che come primo atto si affronti la verità: si parli faccia a faccia con il fratello, poi alla presenza di due o tre testimoni e infine davanti alla comunità.

È un iter interessante, considerando che spesso per risolvere i nostri problemi, ecclesiali e non, scegliamo proprio il percorso inverso.

La soluzione estrema è quella di considerare il fratello, in caso di mancato ravvedimento, come un pagano o un pubblicano. Sembra trovarsi in questo versetto la giustificazione della scomunica, ossia della rottura della comunione di un membro con il resto della comunità, dalla quale viene espulso.

In realtà la comprensione di questo versetto va svolta considerando tutto il vangelo e soprattutto il comportamento e lo stile di Gesù: Matteo era un pubblicano, molti miracolati sono pagani, i commensali di Gesù non avevano quasi mai tutte le carte in regola.

Chi è dunque il fratello che non si è ravveduto? Non un nemico da escludere (come accade in alcune sette dei giorni nostri) ma un fratello da cercare e ricercare di nuovo.

La sfida che Gesù lancia giorno per giorno è quella della fraternità. La fraternità scioglie i legami insani, crea una comunione nuova che è così reale da rendere presente il Signore stesso: è il finale a sorpresa di questo vangelo che, iniziato con un litigio, termina con la promessa di una comunione che si fa presenza e di una presenza che crea comunione.

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