Il rapporto con i figli nei separati e divorziati

Dott. Emidio Tribulato

Psicologo e specialista in neuropsichiatria adulti e infantile

Rubrica a cura di don Giovanni Boezzi

In dialogo con i fratelli separati, divorziati e nuove unioni

Spesso con la separazione o con il divorzio vanno in crisi molti dei legami affettivi precedenti che avevano supportato lo sviluppo psicologico e maturativo dei minori.

Va in crisi il legame con uno, ma a volte anche con entrambi i genitori in quanto, già durante la separazione o anche prima, i genitori separati cercano consciamente o inconsciamente di strappare o rendere il più evanescente e conflittuale possibile il rapporto dei figli con l’altro coniuge. E ciò per vari motivi:

  • “Lui/Lei deve pagare in qualche modo per i danni arrecati con il suo comportamento, con la sua infedeltà, con le sue parole aggressive o ingiuriose mentre stavamo insieme”.
  • “Lui/lei deve pagare per quello che con la separazione ha ottenuto tramite un bravo avvocato o un giudice compiacente”.
  • “Lui/ lei deve pagare per i piacevoli incontri o per i nuovi amori che si concede con un’altra donna o un altro uomo”.

Questo accanirsi l’uno contro l’altro comporta dei messaggi altamente deleteri nei riguardi dei figli: “Se mi vuoi bene, se vuoi essere un buon figlio, cerca di giudicare quanto peggio possibile tua madre/tuo padre, per quello che è il suo caratteraccio, per quello che ha fatto quando stavamo insieme, ma anche per come si comporta adesso”. Anche se lui/lei, seguendo i consigli e le esortazioni degli psicologi, dei consulenti familiari o delle persone vicine che cercano di inserire nella relazione tra i due ex, un minimo di buon senso, si sforzano di impegnarsi affinché l’immagine del padre o della madre non scada agli occhi dei figli, questo tipo di comunicazione passa ugualmente mediante i comportamenti e gli atteggiamenti nettamente aggressivi e pieni di livore verso l’altro coniuge.

Da ciò nasce la lacerazione interna della quale soffrono i figli dei divorziati. A loro viene di fatto negata la possibilità di amare e rispettare entrambi i genitori. A loro viene di fatto negata la possibilità di dialogare serenamente e costruttivamente con la madre ma anche con il padre naturale. A loro viene di fatto negata la possibilità di avere da entrambi i genitori quei valori, quei consigli, quegli atteggiamenti educativi diversi per qualità e contenuto, che possono provenire solo da una figura femminile e materna e da una figura maschile e quindi paterna.

I figli, qualunque sia il loro comportamento, rischiano di far soffrire o di offendere l’uno o l’altro dei genitori. Se scelgono di amare maggiormente la persona con la quale vivono maggiormente, sentono di fare un torto all’altra, che è costretta ad avere la loro compagnia ed il loro affetto solo per alcuni giorni o ore della settimana e ne lamenta la mancanza.

Se al contrario si legano maggiormente al genitore meno frequentato, essi avvertono di essere ingiusti nei confronti di chi, giornalmente, per loro lavora, per loro sacrifica molte ore della sua giornata, li segue, li aiuta e sostiene nei momenti di difficoltà, li cura nelle malattie, a loro è vicino nei momenti di scoraggiamento, dolore e delusione.

La crisi tra i genitori e i figli si accentua nel momento in cui questi ultimi hanno comportamenti o atteggiamenti poco o nulla affettuosi nei riguardi di mamma e papà.

Mentre quando la famiglia è unita il genitore che in quel momento lamenta la lontananza o la scarsa tenerezza dei figli vive questi episodi con serenità, in quanto essi fanno parte delle dinamiche fisiologiche all’interno del gruppo familiare, il genitore separato soffre gli stessi atteggiamenti con angoscia e sensi di colpa. Sensi di colpa per non essere riuscito a tenere integra l’unità familiare, per tutto ciò che avrebbe potuto fare per loro e non ha fatto, per tutto quello che avrebbe potuto dire loro e non ha detto, per tutte le occasioni sprecate o mancate, per tutto il tempo a loro non concesso.

Altre volte il senso di colpa è sostituito da sentimenti e comportamenti reattivi e aggressivi. In questi casi il genitore separato, con il suo comportamento, con il suo atteggiamento, con le sue parole, rimprovera e manifesta ai figli tutto il suo livore, per non essere stato compreso e aiutato abbastanza o perché questi hanno appoggiato l’altro genitore, a suo giudizio colpevole della crisi della famiglia. Questa ostilità aperta o nascosta rischia spesso di allontanare ancora di più i figli, sia psicologicamente, sia fisicamente. Questi, quando sono abbastanza grandi per decidere autonomamente, possono rifiutare ogni visita ed ogni contatto, creando di fatto un baratro a volte incolmabile.

È frequente un preciso giudizio negativo sui genitori che si sono separati: “La violenza maggiore che ho subìto è stata quella fattami dai miei genitori quando si sono lasciati”. Così affermava una giovane donna in un incontro in cui si discuteva di violenza. A un figlio spesso non importa di chi sia la colpa: entrambi i genitori sono accusati di non essersi comportati con la maturità e la saggezza necessaria, impedendogli di vivere e godere, giorno per giorno, la serenità e la sicurezza di una famiglia normalmente unita.

Il rapporto genitori-figli è destinato spesso a peggiorare nel momento in cui i separati o divorziati cercano o instaurano nuovi legami amorosi. Questi nuovi legami spesso sono vissuti dai figli con sconcerto ed irritazione, quando non fanno emergere una chiara collera. I figli, istintivamente, avvertono la patologia di un secondo legame sentimentale e matrimoniale in quanto sanno, più o meno consciamente, che in questi successivi rapporti vi è qualcosa che rischia di portare loro ulteriore sofferenza.

“Papà che prima trascorreva tanto tempo con me, non è diventato forse più assente da quanto ha conosciuto quest’amica?” “La mamma non è forse più nervosa, irritabile ed aggressiva da quando ha saputo che papà ha una nuova fidanzata?” “Papà non è andato forse in bestia minacciando una carneficina quando gli ho detto che la mamma usciva con uno che poi ha addirittura invitato a cena?”

Tra l’altro nell’immaginario dei figli, i rapporti sessuali dei genitori sono accettati già con molta difficoltà solo nei confronti della propria madre o del padre; quelli con gli estranei sono visti e giudicati come una cosa poco bella, se non chiaramente impudica e sconcia.

Frequentemente nei libri che si occupano di questo argomento viene consigliato di parlare con calma ai propri figli di questo scabroso argomento, così da far accettare meglio la nuova situazione sentimentale e sessuale di mamma e papà. Non vi è dubbio che il consiglio sia valido, anche se, purtroppo, le sue conseguenze pratiche sono minime in quanto si cerca di modificare razionalmente qualcosa che sfugge ad un ragionamento logico, in quanto le reazioni dei bambini a questi avvenimenti sono legate più ai moti istintivi dell’animo che alla ragione.

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