Cari sposi siete capaci di raccontarvi le vostre emozioni e farvi dono per l’altro?

Rubrica a cura di Don Giovanni Boezzi delegato dai sacerdoti della Zona Pastorale di Vasto per la Famiglia

Carissimi, il quarto è uno dei capitoli più innovativi. Nella prima parte (nn. 90-119), il Papa ci offre un’esegesi esistenziale dell’Inno alla Carità di San Paolo (1Cor 13,4-7), declinata nello spazio e nei giorni della vita quotidiana, orientata a stimolare la cura e la crescita del legame coniugale e familiare. È una lente d’ingrandimento sull’amore che circola tra gli sposi e tra loro e i figli: «Nel cosiddetto inno alla carità scritto da San Paolo, riscontriamo alcune caratteristiche del vero amore (…). Questo si vive e si coltiva nella vita che condividono tutti i giorni gli sposi, tra di loro e con i loro figli» (AL 90), fatto di concretezza e sogni, bellezza e sacrificio, vulnerabilità e tenacia, parole e silenzi, risate e lacrime, scelte e ripensamenti, gioie e fatiche, tenerezza, intimità.

Nel seguito (nn. 120-162), il Papa svolge il cammino storico dell’amore a partire da una riflessione sulla carità coniugale (nn. 120-141). «Nel matrimonio è bene avere cura della gioia dell’amore (…). La gioia matrimoniale, che si può vivere anche in mezzo al dolore, implica accettare che il matrimonio è una necessaria combinazione di gioie e di fatiche, di tensioni e di riposo, di sofferenze e di liberazioni, di soddisfazioni e di ricerche, di fastidi e di piaceri, sempre nel cammino dell’amicizia, che spinge gli sposi a prendersi cura l’uno dell’altro: “prestandosi un mutuo aiuto e servizio”» (AL 126), nella consapevolezza che tutto si realizza in un cammino di permanente crescita: «(…) Questa forma così particolare di amore che è il matrimonio, è chiamata ad una costante maturazione (…)» (AL 134).

Accanto al dialogo (nn. 136-141), «modalità privilegiata e indispensabile per vivere, esprimere e maturare l’amore» (AL 136), anche le passioni occupano un posto importante nel matrimonio (nn. 143-149). Tra queste, la dimensione erotica (nn. 150-152), «dono di Dio che abbellisce l’incontro tra gli sposi» (AL 152) che, talvolta, può diventare motivo di sofferenza (nn. 153-157).

In conclusione (nn. 163-164), il Papa, con realismo, ci presenta le trasformazioni dell’amore, sottolineando la necessità che i coniugi continuino a scegliersi, rinnovando così il loro vincolo non solo per conservarlo, ma per farlo crescere, invocando ogni giorno lo Spirito Santo affinché rafforzi, orienti e trasformi il loro amore in ogni nuova situazione.

Tanti sono gli atteggiamenti che alimentano la carità e ci fanno diventare “icona dell’amore di Dio”. Su quali atteggiamenti siete cresciuti nel vostro cammino di coppia e di famiglia? Su quali, invece, dovete ancora confrontarvi e crescere?

«L’inno di San Paolo, che abbiamo percorso, ci permette di passare alla carità coniugale. Essa è l’amore che unisce gli sposi, santificato, arricchito e illuminato dalla grazia del sacramento del matrimonio (…)» (AL 120). Quale consapevolezza avete di questo grande dono? Cosa significa per voi coppia amarsi come Cristo ci ha amato? Quali sono i tratti distintivi della vostra grande e buona amicizia?

L’unicità dell’unione affettiva tra i coniugi che lega amicizia, passione, desiderio, emozione, sessualità, è espressione dell’AMORE APPASSIONATO che abbraccia tutta la persona.

Siete capaci di raccontarvi le vostre emozioni e farvi dono per l’altro? Sentite di appartenervi reciprocamente? Riuscite a vivere la sessualità in modo che l’altro viva in pienezza? In che modo cercate di far crescere la vostra reciproca appartenenza e la vostra relazione intima al maturare del vostro corpo e del vostro cambiamento personale?

Carissimi, con la prossima volta cominceremo ad analizzare in modo approfondito l’Inno alla Carità, intanto buona riflessione.

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