Alla ri-scoperta dell’infinita misericordia di Dio

Lettera aperta rivolta ai fratelli e alle sorelle divorziati, separati e che hanno dato vita a nuove unioni

Rubrica a cura di Don Giovanni Boezzi delegato dai sacerdoti della Zona Pastorale di Vasto per la Famiglia

Carissimi fratelli e sorelle nel Signore,

questo tempo ci viene dato come occasione per condividere insieme un cammino di spiritualità che ci condurrà a scoprire il volto di un Padre buono e amorevole che, come una madre, si prende cura dei suoi figli. Vorrei mettermi così in sintonia con voi e provare a riflettere sui molti passi e le molte prove che vi hanno condotto ad interrompere la vostra esperienza coniugale. Posso solo provare a immaginare che, prima di questa decisione, abbiate sperimentato giorni e giorni di tristezza, di una convivenza piena di nervosismi, impazienza e insofferenza, sfiducia reciproca, a volte anche mancanza di trasparenza, senso di tradimento, delusione per una persona che si è rivelata diversa da come la si era conosciuta all’inizio. Queste esperienze, quotidiane e ripetute, finiscono con il rendere la casa non più un luogo di affetti e di gioia, ma una pesante gabbia che sembra togliere la pace del cuore. Si finisce con l’alzare la voce, forse anche nel mancarsi di rispetto e trovare impossibile ogni concordia e ci si accorge che non si può più continuare la vita insieme.

No, la scelta di interrompere la vita matrimoniale non può mai essere considerata una decisione facile e indolore! Quando due sposi si lasciano, portano nel cuore una ferita che segna, più o meno pesantemente, la loro vita, quella dei loro figli e di tutti coloro che li amano (genitori, fratelli, parenti, amici).

«Questa vostra ferita anche la Chiesa la comprende. Anche la Chiesa sa che in certi casi non solo è lecito, ma può essere addirittura inevitabile prendere la decisone di una separazione: per difendere la dignità delle persone, per evitare traumi più profondi, per custodire la grandezza del matrimonio, che non può trasformarsi in un’insostituibile trafila di reciproche asprezze» (Card. Dionigi Tettamanzi, Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito, Milano 2008).

Allora, vorrei proporvi di iniziare insieme un nuovo percorso finalizzato alla ri-scoperta dell’infinita misericordia di Dio verso ogni sua creatura. La Chiesa guarda con rispetto e tenerezza tutti coloro che attualmente vivono questa drammatica esperienza. Nello stesso tempo, però, vi è la certezza che per loro, oggi come ieri, c’è sempre la possibilità di fare un incontro nella vita che risvegli di nuovo il cuore e lo apra alla possibilità del futuro. Possiamo far memoria dell’incontro avvenuto tra Gesù e la Samaritana. Gesù, attraverso il suo sguardo misericordioso e attraverso il dialogo, apre gradualmente gli occhi e il cuore della Samaritana per farle riconoscere ciò che la renderà veramente felice. L’incontro con Gesù rimuove la vergogna della Samaritana e soddisfa la sua sete di gioia, trasformando il suo modo di vivere. Si apre, così, un orizzonte per un nuovo stile di vita. L’incontro le ha rivelato tutto ciò che era stato accuratamente nascosto nel suo intimo, la sua stessa umanità.

Con queste catechesi settimanali, vi auguro di riscoprire ciò che Dio dice attraverso il profeta Isaia: «Tu sei prezioso agli occhi di Dio e perciò sei degno di stima» (Is 43).

Per rispetto a quanti mi vorranno rispondere oggi e in futuro e lo vogliono fare in modo privato, potete scrivermi sulla e-mail g.boezzi@virgilio.it 

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