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Se davvero amassimo San Pio, ogni giorno le chiese non basterebbero a contenerci

La festa di San Pio da Pietrelcina, celebrata con solennità un po’ dappertutto, ha riempito chiese e piazze. Folle commosse, devote, accorse per onorare il frate delle stimmate, il confessore instancabile, il servo umile di Cristo. Ma proprio questa partecipazione ci interroga.

Se tutti i presenti — se tutti noi — amassimo davvero San Pio, non solo come figura cara o taumaturgo potente, ma come ponte verso Cristo, allora ogni giorno sarebbe festa. Ogni Messa sarebbe piena. Ogni confessionale avrebbe la fila. Ogni chiesa sarebbe traboccante, non solo il 23 settembre.

San Pio non ha mai chiesto di essere celebrato per sé. Ha chiesto di essere seguito nel cammino verso Dio. Ha chiesto preghiera, sacrificio, adorazione e soprattutto un grande amore per l’eucarestia, il memoriale che si ripete a ogni messa. Ci ha insegnato a far palpitare il cuore per Cristo, una fede che diventi carne.

Se davvero lo amassimo e seguissimo il suo insegnamento saremmo ogni giorno arsi dal desiderio di incontrare il nostro Signore, lo porteremmo nel cuore ogni giorno. Le chiese non potrebbero contenerci. Le Messe quotidiane sarebbero piene come quella della sua festa. Le parrocchie non sarebbero alla ricerca di fedeli, ma di spazio.

Se davvero amiamo San Pio, non limitiamoci a celebrarlo un giorno all’anno. Portiamolo nel cuore ogni giorno, vivendo come lui ci ha insegnato: con la Messa al centro, la confessione come medicina, la preghiera come respiro.

Riempiamo le chiese non solo per la festa, ma per ogni Eucaristia, ogni adorazione, ogni gesto di carità. Facciamo in modo che la nostra fede non sia solo emozione, ma scelta quotidiana.

San Pio ci ha portato Cristo con il suo amore viscerale per Gesù e Maria, sua mamma. Ora siamo noi chiamati a portarlo nel mondo.

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